rotate-mobile
Cronaca Via Saragozza / Via San Geminiano, 3

Mafie: Emilia-Romagna prediletta perchè ricca e con facili connivenze

Il PM Lucia Musti, il comandante dei Carabinieri Domenico Cristaldi e la professoressa Stefania Pellegrini ospiti degli studenti di Giurisprudenza a Modena illustrano modalità e strategie del radicamento mafioso al nord. “Roma lo prova, i criminali lavorano sui politici”

Anche la ricostruzione post sisma, oltre ai vari investimenti economici in corso nonostante la crisi, ha incrementato in Emilia il pericolo mafie. Lo assicurano magistratura e Forze dell'ordine, intervenendo nel pomeriggio ad un incontro-seminario a tema con gli studenti Unimore a Modena. "Una regione come la nostra non è una terra di mafia, ma una terra prediletta dalle mafie. Questo perchè è una terra ricca, dove si fanno affari e dove possono esserci connivenze con taluni che hanno bisogno di fare affari. E che, quindi, sottostanno anche alle proposte illegali delle mafie". Lo evidenzia il procuratore aggiunto di Modena, Lucia Musti, a margine della 'lezione' agli studenti di Giurisprudenza.

Musti, parlando in sala a fianco del tenente colonnello Domenico Cristaldi, comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Modena, e della professoressa universitaria dell'Alma Mater Stefania Pellegrini, fa anche cenno all'inchiesta dei colleghi della Procura di Roma sull'ormai nota cupola locale. Se Pellegrini ricorda che l'Emilia-Romagna è la prima regione del nord per sequestro di beni riconducibili ai mafiosi, il procuratore aggiunto fa presente che "le mafie ormai operano nell'economia, negli uffici pubblici e a contatto con la politica, questo oggi è il lavoro delle mafie: lo vediamo nella recentissima inchiesta di Roma". Riposizionando i riflettori in Emilia, aggiunge Musti parlando agli studenti Unimore: "Difficilmente, in Emilia-Romagna, possiamo pensare che una mafia ponga la sua sede sociale nel territorio. Molto spesso qui ci sono succursali che devono rendere conto ad una sede centrale, non c'è un'autonomia propria nel territorio".

Cristaldi, militare con una solida esperienza nella Direzione antimafia in Sicilia, conferma: "Sono qui da poco, ma da tempo sufficiente perchè mi renda conto che la provincia di Modena e l'Emilia-Romagna non devono assolutamente ritenersi immuni da fenomeni mafiosi. Lo dico per le analisi che quotidianamente portiamo avanti come forze dell'ordine e Dia". Aggiunge sul tema provinciale il tenente colonnello: "Modena in questo momento costituisce una piattaforma nella quale sono in corso importanti investimenti economici, e questo costituisce appetito per la criminalità organizzata. Per questo abbiamo dovuto alzare la schermatura dei nostri strumenti". In particolare, Cristaldi evidenzia che "il terremoto ha portato qui un sacco di soldi e investimenti per ricostruire, il rischio infiltrazioni è sempre alto".

Ma cosa manca ancora in termini di sensibilità in territori come quello emiliano per creare un terreno sfavorevole ai clan? "A Modena e in Emilia-Romagna la sensibilità cresce soltanto adesso, mi spiace sapere che questa è la prima occasione in cui se ne parla in Università, a cui ovviamente- precisa il comandante- faccio un grande applauso per l'iniziativa di oggi". (DIRE)

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Mafie: Emilia-Romagna prediletta perchè ricca e con facili connivenze

ModenaToday è in caricamento