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Cronaca

Magner Bein | I ciacci di castagne, una tradizione culinaria della preistoria

I ciacci o nacci sono uno dei piatti tipici dell'Appennino modenese. A base di castagne, la loro preparazione e cottura si è tramandata per millenni, scopriamo quali sono le origini di questo piatto

Con l'arrivo dell'autunno tra la frutta in casa arrivano ovviamente le castagne,  uno dei più amati dai grandi e bambini. La tradizione modenese specialmente quella appenninica è molto legata alle castagne, tanto che a Zocca esiste ed è visitabile il Museo della Civiltà del Castagno, che racconta del rapporto tra l'uomo d questo frutto. Di conseguenza tante sono le ricette montanare modenesi a base di castagne, tra queste la più antica è sicuramente quella dei ciacci. 

I ciacci sono dei dischi a base i farina di castagne tipici delle province di Modena, Reggio Emilia, Bologna e dell'area Appenninica della Toscana. Le origini sono antichissime, infatti il sistema di preparazione e specialmente quello di cottura fanno pensare che la tradizione possa derivare persino dai tempi della preistoria. Inatti, durante il paleolitico, e successivamente anche nel neolitico, i prodotti della terra venivano scaldati non di rado tra due dischi di terracotta così che tra i due si potesse contenere il calore. 

I ciacci sono cotti tutt'oggi tra una coppia di dischi di ferro con un lungo manico e vengono scaldati sulla fiamma o sulla stufa a legna. Il sistema delle pietre arroventate vicino al fuoco è stato tramandato per millenni ed è arrivato fino a noi. La loro diffusione geografica è ampia, infatti sono presenti nella Versilia e Garfagnana sempre con il nome di ciacci, mentre a La Spezia sono noti come caccìn, a Sestri Levante sono panèlle o pattole, e sono arrivate persino in Corsica dove tutti li conoscono come nicci. 

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