rotate-mobile
Cronaca

Magner Bein | La storia del Lambrusco. Alle origini del piacere

E' stato in passato il vino più esportato al mondo e oggi è nei top dei vini italiani più desiderati dagli stranieri. Quali sono le origini di questo vino che ha conquistato italiani e non?

E' stato in passato il vino più esportato al mondo e oggi è nei top dei vini italiani più desiderati dagli stranieri. Quali sono le origini di questo vino che ha conquistato italiani e non? Come spesso accade la ricerca deve iniziare dallo studio del nome ossia all'interno della parola "Lambrusco" troviamo il termine "brusco".

E' un termine che identificativa quella caratteristica tipica dei vini giovani, collegata ad una contenuta acidità e tannicità vivaci e gradevoli, le interpretazioni filologiche attribuiscono allo stesso il significato di vitigno selvatico che cresce ai bordi dei campi in modo spontaneo. Infatti in latino con il termine "ruscum" si intende la pianta selvaggia.

I primi a parlarne sembra che siano stati i romani, infatti è citata la vitis labrusca già duemila anni fa da  Catone nel "De agri cultura" di Catone, da Varone nel "De re rustica" e da Plinio il Vecchio nel "Naturalis Historia" in cui dice: "la vitis vinifera le cui foglie, come quelle della vite labrusca, diventano di colore sanguigno prima di cadere". Non solo, anche il compagno di viaggio di Dante, ossia Virgilio, parla di vitis labrusca, e la sua testimonianza è forse la più importante dato che era mantovano e proprietario terriero. 

Tuttavia i vini romani non possono essere avvicinati ai nostri, perché basti pensare che venivano annacquati. Infatti si parla del primo Lambrusco come lo intendiamo noi solo nel basso medioevo. La prima testimonianza è del bolognese Pietro de' Crescenzi nel 1305 consiglia in un suo trattato sull'agricoltura di prendere in considerazione l'allevamento della vite labrusca. 

Tuttavia i miglioramenti avvennero solo a partire dal '500, come documentato dal medico di papa Sisto V, Andrea Bacci, che nel 1567 in prossimità della città di Modena documenta l'esistenza di uve rosse che danno viti speziati, odorosi e spumeggianti. Lo spumeggiante comincia a descrivere più attentamente quello che è il Lambrusco, ma il vero vino frizzante modenese giunse solo nel 1700, quando venne introdotta una particolare bottiglia denominata Borgognona, caratterizzata da un vetro resistente e spesso, con relativo tappo di sugeto tenuto fermo con l'aiuto di uno spago. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Magner Bein | La storia del Lambrusco. Alle origini del piacere

ModenaToday è in caricamento