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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Magner Bein | Viaggio tra i prodotti dell'Appennino Modenese

Un viaggio tra i prodotti dei paesi dei nostri Appennini, per scoprire le origini dei piatti che fanno impazzire i modenesi e non solo

IL BORLEGNO (GUIGLIA). Borlengo o burlengo che si voglia, ha un nome che evidentemente deriva dalla parola "burla", cioè lo scherzo e a riguardo sono nate diverse teorie. Infatti, per alcuni l'alimento veniva mangiato a carnevale e quindi prendeva il nome di "cibo per burla", per altri la burla risiedeva nel fatto che il borlengo è una pietanza voluminosa, anche se in realtà è leggero e sottilissimo. La leggenda più interessante però riguarda un'anonima massaia, che nel preparare con acqua e farina il tradizionale impasto per le crescentine da cuocere nelle tigelle, scoprì di aver allungato eccessivamente con l'acqua, e per evitare di buttarlo via, provò a ricavarne ugualmente qualcosa di commestibile. Il risultato lo si può apprezzare ancora oggi nelle case e nei ristoranti del nostro Appennino.

IL MIRTILLO (SESTOLA).  Quella del mirtillo dell'Appnnino o il Mirtillo di Sestola è una specie particolare del genere del Mirtillo, chiamata Vaccinium Myrtillus, ovvero una pianta bassa, detta strisciante, che raramente nella zona dell'Appennino supera i 30 cm di altezza dal terreno. Questo frutto ha la parte esterna di colore nero-bluastro mentre la polpa è rosso-bluastro. Si tratta di frutti dal diametro di 6-8 mm e che sono spesso utilizzati in cucina. Una delle torte tradizionali del nostro Appennino è la crostata, nelle varianti con il mirtillo o con le amarene. Inoltre all'origine le crescentine dolci venivano mangiate non con creme spalmabili, bensì con i frutti più dolci, tra cui il mirtillo, sia sottoforma di marmellata che naturali. 

IL MIELE DI CASTAGNO. Quello del nostro Appennino è il miele di castagno, articolarmente gradito ai palati più forti per il suo retrogusto amarognolo, l'odore è delicato con punte tipiche dei fiori di castagno e la sua particolarità è che rimane liquido e può presentare in alcuni casi una leggerissima e delicata cristallizzazione. Il metodo per ottenerlo è quello tipico dell'apicoltura biologica e per questo viene considerato di alta qualità, in quanto non sono impiegati trattamenti chimici e viene raccolto in zone contaminate. 

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