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Cronaca

Manifestazione degli insegnanti, possibili disagi sabato 24 ottobre

Nuova mobilitazione contro la “Buona Scuola”, voluta da  Flc/Cgil, Cisl Scuola UilScuola, Snals e Gilda. Sabato manifestazione a Bologna, con pullman in partenza da Modena e Carpi

“L’unione fa la scuola” è lo slogan della manifestazione nazionale di sabato 24 ottobre dei sindacati della Scuola Flc/Cgil, Cisl Scuola UilScuola, Snals, Gilda. Un appuntamento unitario che potrebbe riguardare molto da vicino anche gli istituti modense, dal momento che la manifestazione si terrà a Bologna e i docenti di Modena potrebbero prendervi parte causando disagi al normale svolgimento delle lezioni.

La manifestazione di sabato prossimo chiude un percorso di mobilitazione di sindacati e lavoratori messo in campo nei mesi di settembre-ottobre contro la Buona Scuola del Governo Renzi, dopo la mobilitazione contro la riforma dei mesi estivi. 

A Bologna si terrà al mattino un corteo con concetramento alle ore 9.30 davanti all'Ufficio Scolastico Regionale (via dei Castagnoli-Largo Respighi) ed è previsto il comizio finale intorno alle ore 13 in piazza Santo Stefano. I sindacati organizzano pullman in partenza da Modena e da Carpi.

I sindacati sono intenzionati ad attuare il contrasto alla Buona Scuola anche sul piano delle azioni legali, procedendo con l’impugnazione dei decreti attuativi. In particolare, relativamente alla chiamata diretta dei docenti da parte del preside dagli ambiti territoriali, chiamata diretta che si profila incostituzionale nel pubblico impiego dove si accede per concorso.  Si intende anche impugnare al Tar del Lazio il Decreto sulle immissioni in ruolo, per le mancate assunzioni di tutti i docenti e Ata precari, abilitati e con almeno 36 mesi di servizio su posto vacante, come previsto dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea del dicembre 2014 (il Governo assumerebbe solo 100.000 dei 160.000 addetti in possesso dei requisiti). 

I sindacati chiedono inoltre il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, perché considerano semplicemente ridicolo l’aumento di 5 euro mensili fissato nella Legge di stabilità per il rinnovo di tutti i contratti del pubblico impiego. Lo stesso blocco di 6 anni dei contratti pubblici è stato giudicato illegittimo dalla Corte Costituzionale con la sentenza del giugno scorso. 

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