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Cronaca Pomposa / Via Castelmaraldo

Chiama la polizia dopo le minacce del findanzato, poi entrambi aggrediscono gli agenti

Un diverbio violento fra due fidanzati è terminato con l'arresto di lui e la denuncia di lei, che dopo aver chiamato i soccorsi si è "pentita" e si è unita alla colluttazione

Vero le 16.30 di ieri la centrale operativa della Questura è stata raggiunta dalla chiamata di una donna che chiedeva aiuto. La trentenne di origine indiana era "assediata" nel proprio appartamento di via Castelmaraldo, in centro storico, da parte del fidanzato, un 33enne tunisino. L'uomo si era presentato fuori di è e aveva incominciato a minacciare la giovane, con al quale viveva un rapporto turbolento da già 7 anni.

Lo straniero aveva anche iniziato a colpire la porta di casa a calci, con l'intento di sfondarla. Quando la prima Volante della Polizia è giunta sul posto, tuttavia, il 33enne si era già allontanato senza conseguenze per la fidanzata, ma lasciando dietro di sè i danni alla porta. I poliziotti hanno quindi raccolto la denuncia e la descrizione fisica dell'uomo, poi sono tornati al proprio regolare servizio.

Circa due ore dopo, però la scena si è ripetuta. La fidanzata ha telefonato nuovamente alle forze dell'ordine questa volta gli equipaggi di due Volanti sono arrivati in tempo per intercettare l'uomo. Il tunisino si presentava evidentemente fuori di sè e particolarmente minaccioso, tanto da aggredire i poliziotti che volevano identificarlo e ricondurlo alla calma.

Di fronte alla colluttazione che ne è seguita, tuttavia, anche la trentenne ha avuto un "ripensamento" e ha deciso di schierarsi dalla parte del compagno, scagliandosi a sua volta contro i poliziotti. La ragazza è stata bloccata senza difficoltà, mentre l'arresto dell'uomo si è rivelato più problematico ed è costato diverse contusioni ad un poliziotto (prognosi di 10 giorni).

Il 33enne, regolare sul territorio, è stato tratto in arresto con l'accusa di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Stamattina è stato processato per direttissima e condannato all'obbligo di firma. Gli stessi reati sono stati contestati anche alla donna, denunciata a piede libero.
 

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