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Cronaca Sassuolo

Sanità Modena, modello “per intensità di cure” destinato al collasso

Il rapporto della commissione Anaao mette a nudo i limiti del sistema avviato all'ospedale di Sassuolo. La riorganizzazione, in sintesi, non può avvenire a costo zero, ma solo assumendo più medici ed infermieri

L'applicazione del modello ospedaliero "per intensità di cure" al sistema sanitario provinciale modenese "è destinato ad impattare inesorabilmente con il problema della riduzione dei posti letto". Attualmente, il rapporto posti letto-numero di abitanti in provincia è di tre posti letto per 1.000 abitanti. Quindi, la riorganizzazione "non può avvenire a costo zero". Tradotto, servono più medici e infermieri. 

È la commissione Anaao-Assomed dell'Azienda Usl di Modena a piazzare paletti al modello dell'ospedale organizzato per intensità di cure, avviato anche in Emilia-Romagna. L'associazione dei medici dirigenti lo mette nero su bianco in un proprio rapporto datato 27 febbraio, a firma della commissione presieduta da Eddy Bellei, e centrato sull'ospedale di Sassuolo

Il nuovo modello, in sostanza, è questo: il paziente giunge al Pronto soccorso e viene valutato dal medico che, in base ad una serie di criteri standard, lo assegna a un determinato livello di intensità; il caso passa ad una "cabina di regia" gestita da un infermiere esperto o da un referente infermieristico, il quale, avendo a disposizione la situazione dei posti letto di tutto l'ospedale, decide secondo le indicazioni del medico dove collocare il paziente. Secondo i medici si tratta di un meccanismo solo "apparentemente semplice e rapido". Senza un raccordo efficace con il territorio, avvisa infatti l'associazione dei medici ospedalieri, si profila uno scenario dove il livello a bassa intensità (il 3) dell'ospedale rallenta nelle dimissioni e si liberano meno letti; di conseguenza, la media intensità (livello 2) non libera letti e l'alta intensità (livello 1) rischia la paralisi.

"Il punto d'arrivo è il collasso del sistema", tira le somme l'Anaao-Assomed. Che ritiene, in definitiva, come l'esperienza di Sassuolo potrebbe trovare applicazione solo in ospedali di medie e piccole dimensioni, privilegiando l'equipe multidisciplinare rispetto all'assegnazione dispersiva. Quindi, "l'applicazione 'sic et simpliciter' del modello nella realtà modenese è di difficile realizzazione", sentenzia l'associazione.

E anche in un'altra realtà locale come il Nuovo Ospedale Civile S. Agostino-Estense di Modena, nel caso si decida di applicare il modello, è necessario secondo Anaao prevedere dei correttivi: l'applicazione dovrebbe interessare solo le aree mediche e chirurgiche, senza prevedere l'abolizione delle strutture ultraspecialistiche (Neurologia, Stroke Unit, Cardiologia e UTtic, Chirurgia Vascolare e Neurochirurgia), essendo ciascuna di esse "un hub provinciale".

(DIRE)

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