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Cronaca

Modenesi a Rio, voci dalla Giornata Mondiale della Gioventù

Con la Messa celebrata ieri da Papa Francesco, tra gioia e commozione, si è conclusa l'avventura della GMG anche per i 12 rappresentanti della diocesi modenese. Su un blog le loro testimonianze dirette

“Gioia per la forza del momento e di tutti i momenti passati con questo grande Papa, uno di noi, come giovane in mezzo ai giovani,e come nostra guida verso Cristo”, scrive Pietro Sassi, uno dei dodici pellegrini modenesi partiti per il Brasile lo scorso 14 luglio. Il gruppo, composto quasi esclusivamente da ragazzi e guidato da don Stefano Violi e dal missionario don Arrigo Malavolti, ha trascorso la settimana precedente l'evento mondiale presso la comunità di Jussara, nello stato di Goias, nel cuore del Brasile. Si tratta di un paese in cui la presenza modenese, attraverso appunto la missione cattolica, è consolidata da ormai 40 anni.

“L'accoglienza delle persone del luogo è stata fantastica: mi vengono ancora le lacrime agli occhi se penso a come ci hanno accolto nelle loro case e nel loro cuore – spiega sempre Pietro Sassi – La settimana missionaria è stata un concentrato di feste e visite missionarie nelle periferie esistenziali del Brasile, carceri, prontosoccorso di quartiere improvvisati e accampamenti di senza-terra, cioè quelle persone che lottano da anni per affermare il loro diritto a coltivare la terra, contro il potere dei latifondisti”.

Finita questa prima settimana esplorativa e probante, i fedeli geminiani si sono spostati a Rio de Janeiro per la Giornata Mondiale della Gioventù vera e propria e per l'incontro con Papa Francesco. Nel resoconto di Pietro Sassi si legge tutta l'emozione del momento: “Mi sono realmente reso conto della portata umana e spirituale dell'evento all'arrivo del Papa a Rio, nell'aria ho respirato davvero qualcosa di molto particolare che non avevo mai respirato prima. Dopodiché è stata un escalation di folle oceaniche, canti, feste, abbracci, scambi culturali, umani, spirituali e religiosi. Per la prima volta nella mia vita ho capito il senso della parola "Cattolica". Questa fede uguale nella sostanza a tutte le latitudini e in tutti i popoli ma sempre diversa e ben radicata nelle tradizioni di ciascuna terra, con al centro Cristo”. 

Ma, come poteva essere nelle previsioni, oltre alla commozione e alla carica spirituale, c'è stata anche tanta fatica: “Personalmente – racconta Pietro – passando dai 35 gradi del Goias ai 15 di Rio, sempre sotto la pioggia, mi sono ammalato subito e la fatica è stata tanta. Ma tutta questa pioggia e tutto questo faticare mi hanno fatto apprezzare e capire ancora di più cosa stavo facendo, per cosa stavo faticando, e devo dire che ne è valsa davvero la pena. Posso affermare senza ombra di dubbio che questa è stata l'esperienza più bella della mia vita. Devo ancora metabolizzare tante tante cose - conclude il giovane di Maranello - ma per questo avrò tutto il tempo una volta a casa. Ci tengo a ringraziare di cuore Don Stefano Violi di Modena, tutto il mio gruppo, e in particolare tutte le famiglie e comunità che ci hanno accolti come figli e fratelli in Cristo”.

I pellegrini modenesi hanno deciso di raccogliere le loro testimonianze anche online, sul blog della Pastorale Giovanile diocesana, dove è possibile trovare una sorta di diario che, aldilà delle folle radunate intorno a Papa Bergoglio e delle celebrazioni, racconta bene un'esperienza che è stata anche missionaria e formativa.

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