Cade dall'auto in corsa sull'Autobrennero, processo per tentato omicidio
Approda in Tribunale una vicenda di qualche anno fa, quando una donna rischiò la vita cadendo dall'auto in corsa. Sotto accusa una coppia di albanesi, tra cui il marito della ragazza. Per la difesa fu un gesto volontario della vittima, ma il PM ha ravvisato il dolo
Era il settembre 2010 quando una giovane albanese venne ricoverata d'urgenza per i gravi traumi riportati in una caduta. La giovane era infatti esanime dopo essere volata sull'asfalto dell'A22, all'altezza di Campogalliano. Quella vicenda, dalla quale la donna uscì viva per miracolo, è approdata oggi nelle aule del Tribunale di Modena, dove il PM Enrico Stefani ha chiesto una condanna per tentato omicidio nei confronti di due connazionali della vittima.
Sul banco degli imputati sono finiti il marito 31enne della ragazza, residente a Formigine, e un amico di 28 anni, residente a Sassuolo. I tre cittadini dell'est erano a bordo dell'auto del più giovane, diretti a Brescia, dove la giovane avrebbe dovuto risiedere per un certo periodo. Proprio questo trasferimento, culmine di una difficile convivenza famigliare, sarebbe stato il motivo scatenante di quanto accaduto.
L'accusa ritiene che il marito della donna le abbia sottratto il cellulare mentre lei cercava di mettersi in contatto con i parenti per chiedere aiuto, per poi colpirla con un pugno e poi aprire la portiera posteriore destra e gettarla fuori dall'auto. Da qui l'accusa di tentato omicidio (in concorso tra i due giovani) formulata dal Pubblico ministero.
Una versione diversa da quella proposta dalla difesa – affidata agli avvocati Gianfranco Balugani e Carla Apicella – che avrebbe invece ravvisato un gesto volontario della giovane, una sorta di fuga in extremis, incurante delle gravi conseguenze di un volo dall'auto in corsa. L'udienza di oggi è stata tuttavia rinviata e per conoscere la decisione del giudice si dovrà attendere ancora.
