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Cronaca

Infortunio mortale, cordoglio per la morte di Laila El Harim

Lascia una figlia piccola e il compagno: da poche settimane aveva iniziato la nuova avventura lavorativa presso l'azienda di packaging di Camposanto

La macchina fustellatrice nella quale è rimasta impigliata ed incastrata non ha lasciato scampo a Laila El Harim, l'operaia di 41 anni che questa mattina ha perso la vita a Camposanto, presso lo stabilimento della ditta Bombonette. La donna di origine marocchina era in Italia da ormai una ventina d'anni e qui aveva costruito la propria famiglia: lascia infatti il compagno e una figlia di appena 4 anni. 

Questa mattina il suo turno di lavoro era iniziato da poco, quando è accaduto il dramma, con i colleghi che sono intervenuti in prima battuta e hanno lanciato l'allarme. Allarme cui i soccorritori hanno risposto rapidamente, ma la terribile dinamica dell'infortunio non ha lasciato scampo all'operaia, che da appena due mesi aveva iniziato il proprio nuovo lavoro presso l'azienda di Camposanto.

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Laila risiedeva a Bastiglia, il cui sindaco Grancesca Silvestri ha voluto commemorare il dramma con un messaggio: "Una tragedia scuote di nuovo la nostra comunità. E lo fa con violenza, portandosi via una donna, una mamma, una lavoratrice. Oggi è un altro giorno triste...".

Quanto accaduto riaccende i riflettori sulle morti bianche, che in questo drammatico 2021 fanno già segnare cifre record nel nostro paese. Cordoglio è stato espresso dalla Cisl modenese, con una riflessione sulal sicurezza nelle fabbriche: "Dobbiamo constatare che gli infortuni sul lavoro, purtroppo anche con esiti mortali, continuano ad accadere nonostante i nostri numerosi appelli. Appena due mesi fa (il 4 giugno) – dichiara Domenico Chiatto, componente della segreteria Cisl Emilia Centrale con delega alla salute e sicurezza sul lavoro – abbiamo promosso una manifestazione nazionale per fermare le stragi nei luoghi di lavoro. Già i dati del primo trimestre 2021 avevano rivelato, con la ripresa economica, un aumento dell’11% degli infortuni mortali nel nostro Paese, dovuto anche al tentativo di recuperare la produzione persa durante il lockdown. È indispensabile rafforzare la formazione e cultura della sicurezza, ma anche l’azione di controllo e vigilanza".

"A Modena non solo manca almeno il 30% degli ispettori del lavoro: sono pochi anche gli ispettori di Inps, Inail e Ausl, se si considera – conclude Domenico Chiatto - che devono controllare circa 58 mila aziende modenesi con almeno un addetto".

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La Cgil ha invece annunciato una nuova mobilitazione. “E’ finito il tempo per le parole – commenta Manuela Gozzi, segretaria generale della Cgil Modena – ora abbiamo bisogno di azioni concrete, di messa in campo di risorse da parte delle istituzioni e delle autorità competenti, e di interventi tutti finalizzati per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro”. “Anche la Slc regionale esprime profondo cordoglio – aggiunge Giuseppe Ledda, coordinatore regionale Slc Emilia-Romagna – e ribadisce, con il massimo della forza possibile, che è ora di dire basta. Basta ai morti sul lavoro, basta a barattare la salute e la vita dei lavoratori e delle lavoratrici con logiche di profitto”.

Per queste ragioni, per opporsi a questo triste bollettino di guerra, la Cgil Modena sostiene e promuove, a partire da domani, le iniziative di fermate dal lavoro che saranno proclamate dai rappresentanti sindacali nelle aziende dell’intero territorio provinciale. “Questa iniziativa – conclude Manuela Gozzi – vuole raccogliere la solidarietà dei lavoratori e delle lavoratrici del territorio e vuole lanciare una sfida: il lavoro, il suo valore, la sua dignità e la dignità di chi lavora  devono tornare al centro della società. Non è più tempo di grandi intenzioni proclamate un minuto dopo la tragedia, è tempo di grandi scelte ed investimenti prima del prossimo incidente.

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