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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Sant'Agostino / Largo Porta Sant'Agostino

Arte e cultura: rinvenuto mosaico tardo romano di Savignano

Il grande mosaico sarà presentato domenica 16 dicembre alle 11 al Lapidario romano dei Musei civici, al piano terra di Palazzo dei Musei in largo Porta Sant'Agostino 337

È tornato alla luce il mosaico tardoromano di Savignano. Era stato scoperto a fine 800 e se ne erano perse le tracce. Fu Arsenio Crespellani nel 1897 a trovarlo lungo l'antica via Claudia nei pressi di Savignano sul Panaro e adesso, oltre un secolo più tardi, durante la realizzazione di una rotatoria il grande gioiello mosaico è riemerso. Il mosaico, originariamente di 7 per 4,50 metri, è decorato con elementi stilizzati alternati al nodo di Salomone, con un tondo centrale incorniciato da una corona di lauro, tecnica che testimonia la ricchezza del committente.

La decorazione centrale è molto frammentata, ma i pochi elementi rimasti lasciano intravedere il disegno di un vaso panciuto, un kantharos, elemento simbolico molto comune nei mosaici tardoantichi. Gli ottagoni laterali, conservati solo in parte, comprendono motivi circolari interni, e sono decorati da figure diverse: disegni vegetali che fuoriescono da un piccolo vaso stilizzato, un nodo di Salomone, circondato da una ghirlanda gemmata, una ghirlanda che racchiude un fiore di giglio rosato. Le decorazioni utilizzate negli spazi riempitivi sono estremamente variate: un tralcio di foglie d’edera cuoriformi, una treccia a quattro capi, una scacchiera di triangoli, linee parallele di squame allungate bianche e nere.

Interessante la tecnica di realizzazione del mosaico: La tecnica di esecuzione del mosaico evidenzia l’impiego di tessere grandi, dal taglio spesso irregolare, rappresentanti varie tonalità cromatiche che comprendono il bianco, il grigio chiaro, il rosso, il nero, il verde e il giallo scuro. Queste sfumature di colore sono state ottenute utilizzando pasta vitrea e rocce differenti. L’analisi delle pietre ha permesso di ottenere informazioni riguardo alla natura e alla provenienza delle materie prime utilizzate. La maggior parte delle tessere scure sono ricavate da pietre di provenienza locale, forse recuperati nelle ghiaie del fiume Panaro. Si trovano però anche rocce importate dal Nord Italia, in particolare dal Veneto e dal Friuli Venezia Giulia. Alcune tessere, probabilmente reimpiegate da mosaici di età precedente, erano realizzate con una varietà di marmo proveniente dalla Turchia.

Il grande mosaico sarà presentato domenica 16 dicembre alle 11 al Lapidario romano dei Musei civici, al piano terra di Palazzo dei Musei in largo Porta Sant'Agostino 337, alla presenza del sindaco di Modena Giorgio Pighi e dell'assessore alla Cultura Roberto Alperoli, del presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini, del soprintendente per i Beni archeologici dell'Emilia-Romagna Filippo Maria Gambari e della direttrice del Museo civico archeologico etnologico Ilaria Pulini. Resterà visibile al Lapidario Romano fino al 12 maggio, all’interno di una mostra curata dal Museo civico archeologico etnologico in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni archeologici dell'Emilia Romagna (che ha diretto gli scavi) e la Provincia di Modena (che ha finanziato il distacco e il restauro del mosaico).

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