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Cronaca Sassuolo

Muore poche ore dopo le dimissioni, assolto il medico del Pronto Soccorso

Alberto Dogali venne a mancare nel novembre di due anni fa per un arresto cardiocircolatorio dopo essere stato dimesso dal pronto soccorso dell'Ospedale di Sassuolo

Fu un arresto cardiocircolatorio a stroncare Alberto Dogali, padre di due figlie venuto a mancare nel novembre di due anni fa all'età di 54 anni dopo essere stato dimesso dal Pronto Soccorso di Sassuolo.

Per il decesso la Procura di Modena aveva aperto un fascicolo per omicidio colposo, dopo la denuncia sporta dalla famiglia. "Voglio capire se si sarebbe potuto salvare, se è stato fatto tutto quello che si doveva fare nelle ore precedenti", aveva dichiarato all'epoca dei fatti la moglie. Il processo si è concluso questa mattina con l'assoluzione del medico di pronto soccorso che lo aveva visitato, giunta dopo l'archiviazione in fase di indagini del processo a carico dei due cardiologi che lo avevano sottoposto ad elettrocardiogramma.

La ricostruzione dei fatti

Alberto Dogali quel giorno si era recato al pronto soccorso accusando forti dolori al petto. Una volta effettuati esami del sangue ed elettrocardiogramma, dopo circa cinque ore era stato rimandato a casa per assenza di particolari criticità. Con il passare del tempo però, le sue condizioni continuavano a peggiorare, tanto da chiamare un'ambulanza a circa tre ore dalle dimissioni. Alla chiamata era seguita una corsa a sirene spiegate verso l'Ospedale di Baggiovara, dove avevano in tutti i modi provato a salvarlo. Purtroppo, poco dopo si scoprì che a nulla erano valsi gli sforzi del personale sanitario. 

Il processo

Il dito era stato puntato sul medico di pronto soccorso che aveva visitato l'uomo e sui due cardiologi che avevano firmato il referto dell'elettrocardiogramma, salvo poi l'archiviazione in fase preliminare del processo a carico di questi ultimi.

L'accusa sosteneva che la morte si sarebbe potuta evitare se solo il medico di pronto soccorso avesse svolto un particolare esame, che gli avrebbe concesso, unitamente all'elettrocardiogramma, di accertare se Alberto Dogali aveva un infarto in atto. La difesa, portata in aula dall'Avvocato Alessandro Sivelli oltre a sostenere - con il parere concorde dei periti - che non vi fosse certezza che tale esame avrebbe potuto evitare il decesso; dichiarava che ad ogni modo questo esame fosse da svolgersi solo in caso di una determinata sintomatologia, diversa da quella descritta dal paziente. 

Nonostante l'accusa avesse chiesto la condanna ad un anno e 4 mesi, questa mattina il giudice, nel corso di un'udienza tenutasi presso il Tribunale di Modena, ha prosciolto il medico da tutte le accuse. Le motivazioni saranno note in 15 giorni.

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