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Cronaca

Cooperazione deviata e mafie, il Procuratore: “Traditi due volte”

Lucia Musti interviene ad un convegno su Mafia Capitale e cita il caso CPL: "Ecco cos'è la corruzione invisibile". Prossima tappa del processo sarà l'udienza fissata il 2 marzo

"Il mondo della cooperazione indenne da mafia e corruzione? Direi proprio di no, anzi... ci si deve sentire ancora di più traditi quando da un terreno che dovrebbe essere naturalmente onesto, proprio da quella parte, arrivano i segni della corruzione e del crimine. Però così è". Duro attacco del procuratore capo di Modena, Lucia Musti, alla cooperazione che si rivela 'deviata'. Parlandone al convegno "Il mondo del Terzo settore ai confini della legalità - Il caso di Mafia capitale", promosso da forum del terzo settore locale oggi pomeriggio al liceo classico "Muratori", il procuratore non fa sconti. 

Partendo da Mafia capitale, Musti restringe presto il cerchio e si sofferma sulle questioni giudiziarie che hanno travolto la coop modenese Cpl Concordia. Su Cpl, rivendica il procuratore in sala, "abbiamo iniziato il nostro dibattimento e Modena è stata rapidissima: perchè, ricevuti gli atti da Napoli per incompetenza, Modena ha svolto le indagini che dovevano essere svolte, secondo l'avviso di questa Procura. E ha emesso un decreto di giudizio immediato, saltando il filtro dell'udienza preliminare e quindi ponendo direttamente a disposizione dei giudici il materiale probatorio". 

Se la prossima udienza del processo in Tribunale a Modena è attesa il 2 marzo, continua Musti: "Alla fine cosa si è scoperto? Che in una delle più forti cooperative, veramente un colosso della cooperazione, il presidente Casari era visto come un padreterno; ovvero, colui che effettivamente aveva fatto la fortuna di questa azienda ed era molto amato per questo. è emerso quindi che anche le cooperative avevano fatto ricorso allo strumento della corruzione". Corruzione "che, per quanto è interessato a questa Procura, è corruzione sic et simpliciter".

Nel caso di Cpl, prosegue allora Musti, "il veicolo è stato quello delle consulenze: oppure, ad esempio, nello stabilire che quel determinato albergo di Ischia per la metanizzazione si prevedeva di metterlo a disposizione l'intero anno per i dipendenti della Cpl Concordia, e come tale si pagava l'albergo della sorella del sindaco...". E invece "in quest'albergo non ci andavano i dipendenti della Cpl, che andavano altrove; allo stesso tempo, la mazzetta consisteva nell'aver pagato l'occupazione dell'albergo, che in realtà non c'era. In quell'albergo- scandisce il pm in sala- andavano ad alloggiare persone che non avevano niente a che fare coi dipendenti della Cpl. E così via, e così via e così via".

Ragionando poi a margine sul tema del convegno al liceo, quello del possibile approdo di una "Mafia capitale" nel terzo settore in generale, Musti risponde: "Perchè non succede anche qui? Perchè non è successo finora, mi viene da dire. Il terzo settore, ci piace pensare, è un settore nel quale certe cose non possono succedere, ma invece potrebbero succedere. Santità non ce ne sono, ecco. Questo, sia chiaro, senza cultura del sospetto nei confronti di nessuno. Ma la storia e il lavoro della magistratura insegnano che anche la parte piu' sana potrebbe, in un qualche modo, non essere piu' tale. Si tratta- conclude Musti- di evitare che si creino circuiti tipo 'Mafia capitalè: nessuno è indenne, tutti possono sbagliare e cadere nel circuito criminoso".

(DIRE) 

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