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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Medicina: i ricercatori di Modena rivoluzionano la neurologia

La ricerca è ancora in fase preclinica ma ha ottime possibilità di passare al livello applicativo: da oggi è possibile pensare di stimolare la nascita di nuovi neuroni in seguito a malattie neurodegenerative

Sono del Dipartimento di Scienze Biomediche dell'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia i ricercatori giunti ad una scoperta che nel giro dei prossimi anni rivoluzionerà il mondo della scienza neurologica e farmacologica. I giovani modenesi, tutti tra i 30 e i 35 anni, guidati dal professor Salvatore Guarini, hanno realizzato studi preclinici dimostrando per la prima volta che nell'ischemia cerebrale (ictus ischemico) alcuni neuropeptidi melanocortinici promuovono la nascita di nuove cellule nervose che si integrano perfettamente e funzionalmente nei circuiti nervosi cerebrali. In altre parole è possibile, ma per ora solo in fase preclinica, iniziando la terapia entro alcune ore dall'insulto ischemico, stimolare la nascita di nuovi neuroni. Questa scoperta, se trovasse fondi e sostegno, porterebbe ad una rivoluzione incredibile nella neurofarmacologia non solo in astratto ma anche in concreto, potendo aiutare il recupero di molte funzioni cerebrali non solo in seguito a ictus, ma si pensa addirittura in aiuto a tutti i tipi di malattie neurodegenerative.

"Poter essere qui a festeggiare questi risultati - ha detto Gabriella Aggazzotti, Preside della facoltà di Medicina e Chirurgia - ci consola per tutte le difficoltà di questo periodo. Il ruolo della nostra facoltà è spesso inteso solo come assistenziale nelle strutture ospedaliere, ma la responsabilità di formazione e la ricerca scientifica sono i compiti primari che abbiamo e il risultato di oggi lo dimostra, perché questa ricerca, in fase preclinica, avrà risultati immediatamente percepibili". "Il livello applicativo di questa scoperta è ancora molto lontano e si prevedono tempi di passaggio molto lunghi. Per poter accorciare i tempi e testare anche sull'uomo ci vorrebbero fondi che purtroppo non abbiamo e l'interessamento magari del Ministero della Salute".

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