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Cronaca

Scuole in subbuglio: il comunicato degli studenti del Polo Leonardo

Dopo un periodo di occupazioni, autogestioni e cortei, gli studenti del Polo Leonardo mandano un comunicato per difendersi dagli attacchi di chi li cataloga solo come "facinorosi e violenti"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

"Alla luce del secondo giorno di occupazione delle scuole del polo Leonardo (I.T.I.S. Fermo Corni e I.T.A.S. Francesco Selmi) è risultato doveroso e necessario prendere posizione. Dispiace essere continuamente descritti come i “facinorosi e violenti” della situazione in quanto siamo semplicemente studenti che, prendendo atto del cambiamento che sta interessando l’Italia, sono arrivati alla conclusione di dover intervenire in maniera forte e diretta, mettendoci in gioco in prima persona.

Abbiamo, quindi, scelto l’occupazione come mezzo di protesta, ritenendolo l’unico che ci permettesse di dare risposte serie all’intera governance politica finanziaria e a chi continua ad attaccare la scuola pubblica privilegiando la privata ed elogiando ancora una volta la riforma Gelmini. La scuola non può essere un bancomat dalla quale prelevare per risanare debiti creati dalle banche, politici e speculatori. Riteniamo che la scuola, e la cultura più in generale, debba tornare ad essere la base della nostra società, e solo ripartendo dalla riappropriazione di questi elementi che si riparte per cambiare e incidere sulla società.

Siamo allibiti nel vedere presidi che ci minacciano di darci 5 in condotta, di farci saltare l’anno e di sospenderci per mesi; siamo pur sempre loro alunni che hanno iniziato una protesta, condivisibile o meno, motivandola e non lasciando nulla al caso. Non lasciando neanche al caso i giorni dell’occupazione che comprendono un weekend, a dimostrazione che la nostra occupazione non è volta a perdere ore di lezione, ma ha delle fondamenta ben solide che ci fan rimanere a scuola il Sabato e la Domenica. La nostra occupazione non è un parco giochi con “bivacchi e spinelli” (citando Ghelfi del Pdl che parla ancora una volta a sproposito) ma è un momento di condivisione e di riappropriazione, di organizzazione di eventi culturali e di socialità. Proiettare documentari, chiamare l’ArciGay e l’Amnesty International, creare aule studio ed aule di dibattito dimostra come noi questa occupazione la stiamo vivendo in modo serio e consapevoli del fatto che questa ci servirà non per risanare il debito pubblico, ma per prendere coscienza e far prendere coscienza di ciò che ci sta accadendo a tutti coloro che questa occupazione la vivono e la fanno vivere!

Invitiamo, inoltre, genitori, alunni, giornalisti e chiunque altro a non ascoltare inutili diffide nei nostri confronti, ma a toccare con mano queste occupazioni e prima di criticare e sentenziare capire perché ragazzi e ragazze che potrebbero essere vostri figli, alunni o compagni di banco, hanno deciso di passare intere giornate dentro la propria scuola. Concludiamo dichiarandoci solidali con gli altri istituti di Modena che hanno occupato o ci hanno provato e con tutte le altre città d’Italia (Carpi, Bologna, Torino, Roma, Milano, Pisa, Palermo, …) che condividono con noi le stesse pratiche, a dimostrazione del fatto che Modena non è un caso isolato."

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