Omicidio di Claudia Lepore, i due italiani accusati restano in carcere
Slitta di un mese l'udienza preliminare fissata per i giorni scorsi. Ancora in cella Ilaria Benati e Samuele Capasso, per l'accusa i mandanti del delitto
A oltre sette mesi dal delitto restano in carcere i tre indagati per l’omicidio di Claudia Lepore, la 59enne originaria di Carpi, in provincia di Modena, il cui cadavere è stato trovato all'interno del frigorifero della sua abitazione in Repubblica Dominicana, dove viveva ormai da 10 anni.
Del delitto sono accusati un cittadino dominicano, Antonio Lantigua detto "El Chino", ritenuto l’esecutore materiale, e i due italiani Yacopo Capasso e Ilaria Benati, accusati in concorso di essere i mandanti. L'udienza preliminare presso il Tribunale di Higuey (Altagracia - Repubblica Dominicana), chiave di volta per il futuro processo, era fissata per il 26 agosto, ma è slittata al prossimo 27 settembre proprio a causa dell'assenza di Lantigua e della quantità di materiale acquisito dalla squadra speciale di polizia giudiziaria locale.
"Nella prima parte delle indagini - spiegano gli avvocati Enrico Aimi e Giulia Giusti, che assistono la famiglia di Lepore - sono emersi particolari raccapriccianti, oltre a elementi di contraddizione tra le diverse versioni rese in sede di interrogatorio e di sommarie informazioni testimoniali. A causa dell'ingente mole di documentazione raccolta, in particolare in formato digitale, si è però reso difficoltoso, per le parti, poterne ottenere copia in tempi utili".
Agli inquirenti e agli avvocati è stato dunque dato un altro mese per analizzare tutti i dati ottenuti dalle perizie tecniche disposte sui dispositivi informatici e telefonici sequestrati, e la documentazione di istituti di credito e uffici catastali in cui sono conservati i documenti relativi alle proprietà di Claudia Lepore. Che a Santo Domingo ha gestito per lungo tempo un b&b con Benati: per gli avvocati alla base dell'omicidio ci sono proprio questioni economiche, anche se "non escludiamo nessuna pista. Abbiamo però buone ragioni per ritenere che il movente di questo orribile delitto possa risiedere tra le pieghe delle ragioni economiche - fanno sapere - Ecco perché risulterà centrale l'analisi minuziosa del patrimonio di Claudia e di ogni atto di disposizione dello stesso".
L’omicidio di Claudia Lepore
Il cadavere di Claudia Lepore è stato trovato nel frigorifero della sua abitazione di Bavaro, nel distretto di Punta Cana, il 19 gennaio del 2021. Stando a quanto ricostruito dai primi rilievi e dall’autopsia, il delitto risaliva a tre giorni prima, e Lepore sarebbe stata legata e imbavagliata, violentata e poi uccisa. A denunciarne la scomparsa era stata Ilaria Benati, che si era rivolta alla polizia perché preoccupata delle sorti della donna.
Il giorno successivo al ritrovamento del corpo di Lepore la polizia dominicana aveva arrestato il 46enne Antonio Lantigua, che si era presentato al commissariato locale confessando di avere commesso il delitto in cambio di un compenso. E qui le cose si sono fatte nebulose, perché "El Chino" ha più volte ritrattato la sua versione: prima ha detto di essere stato pagato 200.000 pesos, circa 280.000 euro, poi di avere ucciso la 59enne carpigana durante una lite sempre per soldi, poi ha chiamato in causa Benati e Capasso, imprenditore pistoiese da 7 anni a Santo Domingo, che con Benati aveva sporto denuncia.
El Chino aveva dichiarato davanti alla stampa che i due italiani gli avevano promesso soldi in cambio dell'uccisione di Lepore, una versione che alla prima udienza di febbraio aveva fatto scattare l'arresto preventivo di tre mesi per entrambi e la detenzione in carcere. Nel corso dell'udienza stessa Lantigua aveva però ritrattato, dicendo di non conoscere né Benati né Capasso (che si sono sempre dichiarati innocenti ed estranei ai fatti). Per gli inquirenti però le dichiarazioni precedenti, uniti a una serie di messaggi su WhatsApp in cui Lantigua chiedeva di essere pagato per il delitto e ricondotti al cellulare di Benati, sono stati elementi sufficienti a chiedere e ottenere la custodia in carcere.
Lepore si era trasferita ai Caraibi nel 2009 prima per iniziare una nuova vita avviando un bed&breakfast con Benati, anche lei modenese. Nel corso del tempo i rapporti si erano incrinati per questioni relative alla gestione dell’attività, e Lepore aveva deciso di avviarne un'altra in autonomia prendendo anche in considerazione l'ipotesi di tornare in Italia. Ai tempi del delitto l'amicizia tra le due sembrava essersi rinsaldata, e le due donne vivevano in case vicine a Veron.