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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Sant'Ambrogio / Via Bonvino

Prostituta uccisa a seguito di una rapina e poi trasportata sui binari, fermato il presunto killer

La Squadra Mobile della Polizia ha individuato l'uomo che avrebbe ucciso la 24enne ungherese Arietta Mata nella notte tra sabato e domenica scorsi. In carcere un cinquantenne sardo che aveva già scontato 23 anni di pena per un precedente delitto

Svolta nelle indagini sulla morte di Arietta Mata, la prostituta ungherese di 24 anni trovata senza vita sulla linea ferroviaria Modena-Bologna. Dopo pochi giorni dal drammatico evento la Squadra Mobile della Questura di Modena è giunta ad una conclusione: si sarebbe trattato di un omicidio conseguente ad una rapina da parte di un cliente. Nella giornata di ieri gli agenti, su mandato del PM Katia Marino, hanno eseguito il fermo del presunto colpevole, un 50enne di origini sarde. A carico dell'uomo sono stati riscontrati una serie di elementi che renderebbero inequivocabile la sua colpevolezza.

I FATTI - Il cadavere di Arietta Mata era stato rinvenuto all'alba di domenica 21 gennaio da un capotreno, nel punto in cui la linea ferroviaria taglia via Bonvino, nel territorio di Castelfranco e a pochi passi dal fiume Panaro. Il corpo presentava i segni evidenti dell'impatto con un treno, con il volto sfigurato e una gamba tranciata. La donna era vestita in modo leggero e nei dintorni non erano presenti i suoi effetti personali. Soltanto dopo diverse ore è stato possibile identificare la vittima, una giovane prostituta censita dalle forze dell'ordine e solita spostarsi in diverse località del nord Italia. A Modena da alcuni mesi, risiedeva nella zona di San Damaso ed era solita prostituirsi in via Emilia Est, non lontano dal luogo del delitto, che effettivamente viene utilizzato dalle ragazze per consumare in auto i rapporti con i clienti.

LA RICOSTRUZIONE - Alcuni elementi hanno fatto subito propendere gli investigatori della Polizia per un fatto ben più grave di un suicidio o di un tragico incidente, dirottando i sospetti su un omicidio. Secondo quanto emerso nell'inchiesta, la giovane si sarebbe appartata in via Bonvino con il suo killer - addirittura per più volte la stessa sera e nei giorni precedenti - e sarebbe stata minacciata e rapinata dall'uomo. L'aguzzino l'avrebbe poi aggredita fisicamente all'esterno dell'automobile e uccisa, forse strangolandola o forse colpendola in altra maniera. Poi avrebbe trasportato il corpo oltre la staccionata che impedisce l'accesso alla ferrovia e avrebbe depositato il corpo ormai privo di vita sui binari, con l'intenzione di simulare la morte per investimento da parte del primo treno di passaggio.

Video - Parla il capo della Squadra Mobile Marcello Castello

LE INDAGINI - La Polizia ha subito cercato di scavare nella vita della giovane vittima, svolgendo interrogatori fra le "colleghe" e altre persone coivolte nel mondo della prostituzione stradale modenese. Fondamentali per le indagini sono state però le telecamere poste lungo via Emilia Est, che hanno ripreso i veicoli in transito e grazie alle quali è stato accertato l'approccio tra l'assassino e la prostituta. L'auto del 50enne, una Renault, era particolarmente riconoscibile per via di modifiche alle dotazioni di serie che la rendevano appariscente e così è stato più facile censire i suoi ripetuti passaggi nella notte del delitto. Questi dati sono poi stati messi a sistema con il tracciamento del suo telefono cellulare e con altri indizi emersi anche grazie all'intervento della Polizia Scientifica.

IL FERMO - A finire in carcere è stato, come detto, un uomo di 50 anni. Originario di Sassari, da tre anni risiede stabilmente nella zona di Montale Rangone ed è impiegato come magazziniere. A pesare sulla sua posizione è un altro grave episodio criminale che lo ha visto protagonista: già negli anni '90 l'uomo era statao arrestato e condannato per lo stesso tipo di reato: una rapina sfociata in omicidio ai danni di una donna. Per quel crimine aveva scontato ben 23 anni di carcere, per poi tornare in libertà. Gli inquirenti lo descrivono come un personaggio schivo, senza famiglia, che vive da solo e frequenta in modo assiduo sale scommesse e prostitute. All'atto del fermo non ha rilasciato dichiarazioni.

Ora toccherà al giudice convalidare o meno il fermo dopo l'interrogatorio in carcere e la valutazione degli indizi di colpevolezza raccolti dalla Questura.

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