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Cronaca San Cesario sul Panaro

Reazione violenta alle minacce del padre, l'omicida di San Cesario torna libero

L'udienza di convalida a carico di Davide Savigni ha permesso all'uomo di rientrare a casa in stato di libertà. Per il PM l'accusa è quella di omicidio preterintenzionale, seguito all'atteggiamento e alle frasi minatorie del padre

Dopo due giorni in cella, Davide Savigni potrà rientrare a casa. Lo ha deciso il Gip del Tribunale di Modena nell'udienza di convalida dell'arresto effettuato dai Carabinieri mercoledì scorso ai danni del 46enne Davide Savigni, colpevole dell'omicidio del padre nella loro abitazione di campagna a San Cesario. Era stato lo stesso Pubblico Ministero, il dott. Guerzoni, a richiedere la misura alternativa al carcere degli arresti domiciliari, in virtù dell'indagine che è stata svolta a seguito del delitto e che ha immediatamente ridotto la portata di questo crimine. Ma il Gip è stato ancora più indulgente.

L'accusa è infatti quella di omicidio preterintenzionale, vale a dire non volontario, ma dovuto ad una reazione – per quanto troppo violenta e ingiustificata – ad una situazione di forte stress. La Procura e i Carabinieri hanno potuto appurare che la versione fornita dallo stesso Savigni corrisponde a quanto realmente accaduto. Padre e figlio hanno infatti avuto un'accesa discussione, con l'anziano 83enne che ha brandito un cavicchio e minacciato il figlio di “spaccargli la testa”: qui è arrivata la reazione del 46enne, che ha afferrato il genitore per un braccio e per il collo, scaraventandolo con la testa contro la parete esterna del magazzino agricolo.

Una prima TAC ha già stabilito che l'anziano ha subito la rottura di due vertebre cervicali, ma soltanto l'autopsia potrà chiarire meglio la dinamica dello scontro fisico. Quello che però è emerso fin da subito è la sincera disperazione del 46enne – che per primo ha chiamato i soccorsi – e che gli inquirenti descrivono come una persona mite e tutt'altro che violenta. Proprio per questo è stata chiesta fin da subito una misura alternativa al carcere, cui tuttavia il giudice ha replicato concedendo la piena libertà al 46enne, in attesa di nuovi sviluppi giudiziari.

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