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Cronaca

Operazione “Veive”, tre arresti dopo una drammatica rapina in villa

La famiglia di un imprenditore legata, minacciata e derubata di gioielli e antichità nella propria abitazione sulle colline modenesi. Dopo lunghe indagini la Polizia ricostruisce il crimine orchestrato da un mediatore "infedele" e recupera la refurtiva milionaria

Dopo oltre 8 mesi di approfondite indagini, la Squadra Mobile di Modena ha portato a compimento con successo una brillante operazione, che ha portato ieri all'arresto di tre persone, accusate a vario titolo di aver preso parte ad un crimine commesso nel mese di marzo scorso. Un fatto molto grave e dai risvolti drammatici, ha ha visto la famiglia di un imprenditore residente sulle colline modenesi rimanere vittima di rapina a mano armata nella propria abitazione. Una storia complessa e articolata, che ha messo a dura prova le abilità investigative degli agenti della Questura, che hanno simbolicamente deciso di chiamare l'operazione “Veive”, dal nome della dio etrusco della vendetta.

L'ANTEFATTO – Per comprendere quanto accaduto occorre risalire ad un periodo antecedente il marzo 2014, quando l'imprenditore in questione inizia la trattativa per l'acquisto di un immobile, avvalendosi della figura di un intermediario per concludere l'affare. Il mediatore – poi identificato come il 65enne modenese Aires Gilioli – stringe un rapporto fiduciario con l'imprenditore e viene a conoscenza della sua importante collezione di oggetti antichi, che il proprietario era intenzionato a mettere sul mercato. Ma l'operazione immobiliare non va in porto, anzi, si conclude con Gilioli sconfitto in Tribunale dopo un ricorso, impedendogli di intascare la parcella.

VENDETTA – Secondo gli inquirenti, coordinati dal PM Pasquale Mazzei, il mediatore matura grande rancore nei confronti dell'imprenditore e pianifica dunque una vendetta, che di lì a poco andò in scena in modo dirompente. Gilioli si offre di collaborare nella vendita del patrimonio storico-artistico del suo ex cliente, suggerendo il nome di una terza persona, che avrebbe potuto fare da intermediario nei confronti di alcuni acquirenti svizzeri, interessati all'acquisto degli antichi vasi etruschi di proprietà del modenese. Nasce così una nuova trattativa e viene fissato un incontro nella villa dell'imprenditore, appunto nello scorso marzo.

LA SCENA DEL CRIMINE – Il giorno dell'incontro si trasforma in una tragedia. Il nuovo mediatore si presenta con il presunto capofila della cordata dei compratori elvetici – Salvatore Loreto, 41enne pregiudicato di Sant'Agata Bolognese – ma l'affare viene interrotto bruscamente. Un'auto arriva presso l'abitazione e da questa scendono tre persone armate di pistola, con pettorine della Guardia di Finanza, che identificandosi come agenti si fanno aprire con il pretesto di un controllo. Ma una volta all'interno della villa la rapina si rivela per quello che è, in tutta la sua violenza. Moglie e marito, insieme al figlio adolescente, vengono legati mani e piedi e minacciati con le armi, mentre i banditi si impossessano dei gioielli della famiglia e del tesoro di antichità, valutabile in alcuni milioni di euro. Un'ora di puro terrore, con l'imprenditore che vede il ragazzo minacciato di morte da uno dei malviventi, mentre avvita il silenziatore alla canna dell'arma: “Apri la cassaforte o faccio a pezzi tuo figlio”. Fortunatamente nessuno resta ferito e i rapinatori si dileguano con il bottino milionario.

LA TESTIMONIANZA DELLA FAMIGLIA: "Uno stupro psicologico. Il nostro grazie all'umanità della Polizia"

LE INDAGINI – Sotto shock per quanto accaduto, la famiglia attende un paio di giorni prima di esporre denuncia alla Questura di Modena. Ma dopo queste 48 ore l'attività investigativa prende il via, con gli interrogatori e i rilievi della scientifica. La vicenda viene ricostruita e Gilioli diventa l'indiziato numero uno: dalla perquisizione domiciliare arriva la svolta, dal momento che gli agenti riescono a ritrovare parte della refurtiva, il vasellame antico. Pezzo dopo pezzo la Mobile si mette sulle tracce dei complici, esecutori materiali della rapina. Affiora il nome di Loreto, già noto per affari legati alla Camorra, ma soprattutto quello del 49enne Adriano Pasqual, pluripregiudicato residente a San Donà di Piave. La Polizia lo incastra grazie alle impronte ritrovate sulla scena del crimine e sul tagliando autostradale che attesta il suo viaggio tra Modena e la sua residenza veneta. Grazie all'individuazione di Paqual è possibile ritrovare anche i gioielli – dal valore di almeno 300mila euro – che vengono sequestrati all'aeroporto di Venezia, appena rientrati da New York dove una donna (apparentemente ignara del crimine) era stata inviata per sottoporli all'attenzione di un facoltoso compratore statunitense.

ARRESTI – Ieri sono state eseguite le misure di custodia cautelare in carcere nei confronti di Salvatore Loreto e di Adriano Pasqual, nei carceri dei rispettivi paesi di residenza. Anche Aires Gilioli, maestro d'orchestra di questa brutta vicenda, è finito agli arresti domiciliari. Nell'inchiesta della Procura vi sono anche altre quattro persone indagate a vario titolo, mentre la Squadra Mobile è sulle tracce dei due rapinatori che ancora non sono stati assicurati alla giustizia. La refurtiva, periziata anche dalla Soprintendenza, è stata restituita ai legittimi proprietari.

Agli investigatori è giunto stamane il plauso, oltre che della famiglia rimasta vittima del crimine, anche del Questore Oreste Capocasa, che ha voluto sottolineare l'importanza di questa operazione: “Stiamo mantenendo l'impegno preso con la cittadinanza per fronteggiare l'emergenza criminale: accanto al presidio del territorio, cresce anche il livello di impegno degli investigatori – ha spiegato Capocasa – Di fronte all'emergenza cui siamo sottoposti, la Polizia di Stato sta portando avanti un lavoro determinato, appassionato e convinto. Siamo persone umili, non presuntuose, ma forse siamo sulla strada giusta per fornire risposte sempre più concrete ai cittadini che chiedono sicurezza e intendiamo proseguire”. 

Operazione "Veive", la refurtiva - Modena 1/20/12/2014

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