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Cronaca Carpi

Ospedale di Carpi, si sperimenta la 'cuffia' refrigerante contro la perdita di capelli dovuta a chemioterapia

Il sistema innovativo debutta a Carpi grazie all'impegno dell'Associazione Malati Oncologici (AMO). Il reparto diretto da Fabrizio Artioli sarà il secondo in Italia a dotarsi di questo strumento efficace nel 50-70% dei casi

Tra gli effetti collaterali dei trattamenti chemioterapici per la cura dei tumori vi è come noto anche la perdita di capelli, un'ulteriore causa di disagio o addirittura di trauma per i pazienti già provati dalla battaglia alla malattia oncologica. In soccorso dei malati in cura presso l'Ospedale di Carpi arriva una fra le soluzioni più innovative del panorama medico: si tratta della ‘cuffia’ refrigerata Paxman che, a partire da questi giorni, è stata messa a disposizione del reparto di, grazie al contributo dell’Associazione Malati Oncologici (AMO). 

Il sistema Paxman, ideato in Gran Bretagna, riesce ad evitare nel 50-70% dei casi la perdita dei capelli dovuta all’uso di alcuni farmaci chemioterapici. Attualmente, in Italia, il sistema è utilizzato soltanto in un altro ospedale, ad Avellino. Dopo aver visitato due strutture pubbliche inglesi (il “Christies Hospital” a Manchester e l’ospedale di Huddesfield, simile per dimensioni a quello carpigiano) l’equipe della Medicina Oncologica del Ramazzini, diretta da Fabrizio Artiolicon il coordinamento infermieristico di Angela Righi e in collaborazione con l’Associazione Malati Oncologici (AMO), hanno deciso di acquistare una ‘cuffia’ Paxman, del valore di circa 30mila euro.

Paxman non è altro che una cuffia di silicone morbido, collegata ad un impianto frigorifero compatto, che viene posta sulla testa del paziente prima, durante e dopo il trattamento chemioterapico. La temperatura del cuoio capelluto viene abbassata gradualmente, facendo circolare un refrigerante speciale all’interno della cuffia, ed è mantenuta costante per tutto il periodo del trattamento, partendo da circa 20 minuti prima e continuando anche a fine seduta per un periodo di tempo che può variare da 45 minuti sino a 2 ore. La perdita dei capelli a seguito di alcuni trattamenti di chemioterapia si verifica a causa dell’atrofia parziale o totale della radice del bulbo pilifero, ‘attaccato’ dal farmaco. Il sistema del raffreddamento produce invece una sensibile riduzione del flusso di sangue ai follicoli piliferi, preservandoli in questo modo dalla distruzione.

LE TESTIMONIANZE - “Ero liscia come una palla da biliardo – racconta Lea Gasparini, vicepresidente di AMO – e quella sensazione è stata davvero dolorosa. Un trauma che non avrei creduto di vivere in modo così forte. Oltre alla preoccupazione di avere un cancro, c’erano quei capelli che cadevano e mi mettevano a disagio”.

“Esistono molti rimedi per ‘nascondere’ agli altri questa debolezza – spiega Franca Pirolo di AMO Carpi – ma una parrucca, quando si rimane da soli con se stessi, resta una finzione inutile. Il percorso che vive chi si trova ad affrontare una malattia come il tumore è tutto in salita. Ad occhi ‘esterni’ la perdita temporanea dei capelli potrebbe sembrare il ‘male minore’ ma chi ha vissuto questa esperienza sa che non è affatto così. Soprattutto per le donne. Per questo motivo AMO è stata assolutamente favorevole all’acquisto della cuffia Paxman”.

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