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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Carlo Sigonio / Viale Carlo Sigonio

Teatro delle Passioni, gran debutto per la stagione di balletto

L'ouverture di quest'anno abbandona i fasti scenici del Teatro Comunale Pavarotti in favore della colloquiale raffinatezza di Passo, coreografia di Ambra Senatore, creazione ricca di colore e freschezza

Si è inaugurata ieri sera, nell'intima cornice del Teatro delle Passioni, la stagione di Balletto 2012-2013. Tanto attesa, quanto posticipata rispetto alle precedenti, l'ouverture di quest'anno abbandona i fasti scenici del Teatro Comunale Pavarotti in favore della colloquiale raffinatezza di Passo, coreografia di Ambra Senatore e primo dei tre appuntamenti della sezione autunnale che la fondazione Teatro Comunale di Modena, in collaborazione con Aterdanza, dedica interamente al panorama sperimentale italiano.

Ironia è la parola chiave dalla quale si schiude l'universo creativo di Ambra Senatore, giovane coreografa e danzatrice attiva tra Italia e Francia, che in questo spettacolo del 2010 dipinge frammenti dal gusto quotidiano, indagando il sottile limite tra realtà e finzione teatrale. Nessuna scenografia, solo pochi oggetti di scena e cinque danzatori che sembrano ologrammi della medesima persona: tre donne e due uomini indossano una parrucca nera e un identico abito blu alternandosi in frequenti entrate e uscite di scena per eseguire assoli o pezzi d'insieme, assistendo ai quali si ha l'impressione di osservare una sala prove mentre, tra un passaggio e l'altro, le luci hanno qualche sussulto, i ballerini si sistemano le culotte, bevono, mangiano, sbagliano, sembrano dimenticare alcune sequenze, chiacchierano tra loro, scorrono le tracce musicali e perdono le parrucche, incrinando l'effetto visivo dell'omologazione che colpisce la danza come la vita. Gli interpreti fanno confluire la propria personalità artistica, in un continuo gioco di sguardi e colpi di scena a cui il pubblico reagisce con sorrisi e complicità, infrangendo pienamente la cosiddetta quarta parete: un cellulare squilla tra gli spettatori e il proprietario corre rumorosamente verso l'uscita rispondendo, ma è solo nel momento in cui dalla scena si diffondono le stesse note della suoneria che si comprende la natura della finzione; un ballerino sconfina sino alle prime file chiedendo alcuni oggetti di colore rosso per proseguire la messinscena; ancora tutti gli interpreti cercano con lo sguardo e le parole qualcuno del pubblico che voglia unirsi a loro. I movimenti dinamici e carichi di teatralità si liberano da ogni codificazione per sperimentare con il corpo e giocare con i gesti quotidiani, tra equilibri, salti e passaggi precisi mentre in sottofondo si susseguono lunghi momenti di silenzio a cui si alternano improvvisi baleni musicali, un vociare lontano e il rumore ovattato del passaggio di auto. Davvero una creazione ricca di colore e freschezza che palesa piacevolmente la possibilità di una riflessione lontana dalle cupe elucubrazioni mentali a cui spesso si vede associare la ricerca contemporanea.

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