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Cronaca San Cataldo / Via Santi Venceslao

Sede perquisita e sindacalista trattenuto in cella, SI Cobas denuncia la Polizia

A margine di un'operazione antidroga gli agenti hanno perquisito i locali di via Santi, identificato i presenti e poi denunciato un sindacalista per resistenza e rifiuto di fornire i documenti. "Le telecamere hanno ripreso tutto, procederemo legalmente"

Come già riportato ieri, l'operazione antidroga che ha portato a tre arresti di altrettanti spacciatori alla base del cavalcavia Cialdini da parte di Squadra Mobile e Municipale, ha avuto un risvolto inaspettato, che ha coinvolto in sindacato SI Cobas. La sigla autonoma ha infatti la propria sede in via Santi, nel complesso che ospita gli uffici comunali, e i presenti sono stati testimoni dell'arresto avvenuto a pochi metri di distanza, all'interno di un'area verde.

Marcello Pini, sindacalista e noto attivista, è uscito dalla sede e si è avvicinato al luogo dove era in atto una colluttazione tra due giovani stranieri e altre persone in borghese, che solo più tardi si sono identificate come agenti di Polizia. Pini ha ripreso con il proprio cellulare quanto stava accadendo nel parco e questo gesto ha scatenato l'intervento diretto degli agenti della Mobile.

Secondo quanto riferito dai SI Cobas presenti al momento dei fatti, gli agenti si sarebbero avvicinati per chiedere di smettere con le videoriprese e avrebbero chiesto i documenti a Pini, il quale sarebbe rientrato nella sede sindacale per prendere la carta di identità. La versione della Polizia è differente: Pini avrebbe minacciato gli agenti di interrompere l'azione energica verso i due giovani che erano stati bloccati a terra per essere ammanettati e poi si sarebbe allontanato di fretta verso lo stabile facendo intuire un tentativo di sottrarsi al controllo.

In seguito gli agenti sono entrati nella sede Si Cobas in cui al momento si trovavano tre operatori e quattro iscritti giunti per avere informazioni allo sportello e qui avrebbero perquisito i locali e chiesto i documenti a tutti i presenti. Pini è poi stato preso in consegna dalla Polizia e portato presso le celle della Questura. Dopo alcune ore di detenzione Pini è stato rilasciato con una denuncia a piede libero per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di fornire le proprie generalità.

Il diretto interessato spiega che gli è stato impedito di contattare il proprio avvocato e di essere stato spogliato nudo e minacciato - aspetto che la polizia smentisce - al pari degli altri tre giovani arrestati per spaccio, che poi sono stati trattenuti per l'intera notte in vista del processo. Il telefono cellulare dell'attivista è stato sequestrato per la presunta presenza dei video che ritraggono gli agenti durante le operazioni di arresto.

Oggi il sindacato SI Cobas ha convocato una conferenza stampa per denunciare quelli che ritiene abusi di potere da parte degli agenti della Questura: "L'irruzione in un ufficio sindacale è un fatto gravissimo, a quanto ci risulta mai avvenuto in Italia dal dopoguerra ad oggi - attacca Enrico Semprini, referente della sigla autonoma - Un avvenimento fuori da ogni logica e fuori contesto. Vogliamo stigmatizzare l'accaduto a beneficio di tutti quanti, nella speranza che non si ripeta mai più. Di fatto l'azione della Polizia si è trasformata in un'operazione contro SI Cobas".

La vicenda è dunque molto delicata e ancora controversa, esistendo differenti versioni dei fatti e diverse valutazioni sul comportamento delle parti coinvolte. I cobas hanno tuttavia ravvisato gli estremi per denunciare l'accaduto: oltre alla richiesta di dissequestro del telefono, già presentata, lunedì sarà depositato un esposto in Procura contro i presunti abusi di potere.

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