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Cronaca

Stop alla cementificazione, il pressing di Legambiente sulla Regione

Dopo la richiesta ufficiale al Consiglio Regionale per una legge che argini il consumo di suolo vergine e di campagna, l'associazione lancia la mobilitazione: raccolta firme e invio di cartoline ai politici di viale Aldo Moro

Poco più di un anno per frenare l’emorragia di campagna in Emilia-Romagna. Questo il tempo che Legambiente Emilia-Romagna concede al Consiglio Regionale, prima dell’avvio della fase elettorale, per studiare azioni normative contro il consumo di suolo, un tema sentito ormai trasversalmente da tutti i cittadini e presente in molti programmi elettorali, tanto di maggioranza che di opposizione, ma che finora non ha trovato attuazione. L'associazione ambientalista ha ideato alcune iniziative per fare pressing sull'istituzione regionale, proponendo ai cittadini di far sentire la propria voce tramite una raccolta firme e l’invio di cartoline dirette ai consiglieri.

Legambiente ha già scritto nei giorni scorsi ai consiglieri regionali dell’ER chiedendo un provvedimento per fermare il consumo di suolo e proponendo di creare uno schieramento trasversale alle forze politiche che si impegni a raggiungere questo risultato. Lo ha fatto proponendo ai consiglieri di sottoscrivere il documento incardinato su sei punti da inserire nella normativa, assieme ad una serie di azioni politiche più generali. Punti principali della proposta sono: ridimensionare le previsioni dei piani urbanistici attualmente vigenti, penalizzare il consumo di suolo vergine e favorire il recupero del patrimonio edilizio esistente. A questi si somma la richiesta di istituire un sistema di monitoraggio del consumo di suolo e dell’uso degli immobili in ogni comune.

L’associazione ha ricordato che il ritmo di urbanizzazione negli ultimi 30 anni in regione è stato oltre 8 ettari al giorno: trend che è rimasto inalterato e senza efficaci interventi normativi fino all’inizio della crisi economica. Nel quinquennio 2003-2008 si è urbanizzata un’area di campagna con capacità agricola sufficiente per la sussistenza alimentare di un’intera provincia. 

Secondo Legambiente serve agire prima di tutto sulle cause della spinta al consumo di suolo, cioè la rendita fondiaria, riducendo il vantaggio economico della speculazione. In nessun altro settore economico la creazione di valore avviene con così poco investimento di ricerca, innovazione e competitività come quello che avviene con un semplice cambio di destinazione d’uso di un terreno. Tutte queste motivazioni sono riassunte nella petizione che è possibile sottoscrivere sia online sia ai banchetti di Legambiente o presso le diversi sedi territoriali.

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