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Cronaca

Sistemi d'allarme nelle chiese modenesi, arrivano i fondi straordinari

Via al progetto predisposto dall’Arcidiocesi e finanziato in parte dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena che ha già deliberato un primo contributo di 90mila euro. Sono circa settanta le chiese coinvolte 

E’ pronto un piano per dotare i luoghi di culto di efficaci sistemi di protezione. Messo a punto dall’Arcidiocesi di Modena-Nonantola, il piano è finanziato in parte dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena che ha già deliberato un primo contributo di 90 mila euro e in parte dall’8x1000 della CEI. Il piano prevede che nel corso dei prossimi quattro anni siano installati o rinnovati sistemi di sicurezza in circa 70 chiese sparse nel territorio diocesano, nei grandi centri e nei piccoli borghi della pianura e della montagna. Una mancanza, quella dei sistemi di sicurezza passiva, che era emersa prepotentemente con l'ondata di furti degli ultimi anni, ma soprattutto con la clamorosa spariaizone della tela del guercino dalla chiesa di San Vincenzo, in centro storico.

“La tutela dei beni artistici – osserva il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena Paolo Cavicchioli – è uno dei compiti che la Fondazione si è data nell’ambito dei suoi settori d’intervento. La ricchezza del patrimonio artistico conservato nelle nostre chiese richiede grande attenzione anche dal punto di vista della sicurezza. Abbiamo quindi apprezzato – e sostenuto concretamente – il piano messo a punto dall’Arcidiocesi per la prevenzione dei furti nei luoghi di culto. Così come abbiamo dato il nostro contributo al restauro delle tante opere d’arte conservate nelle chiese della Bassa e danneggiate dal terremoto del 2012”.

Nel territorio dell’Arcidiocesi ci sono 459 edifici di culto di proprietà ecclesiastica con un patrimonio di circa 55 mila oggetti schedati. L’Ufficio diocesano dei Beni Culturali ha stilato un elenco delle situazioni e degli interventi più urgenti che richiedono l’installazione di impianti moderni ed efficaci. Sono anche previsti sopralluoghi nei luoghi di culto per studiare le soluzioni più idonee ai singoli casi.

"Numerose chiese - afferma don Luciano Benassi, delegato arcivescovile per i Beni Culturali -  possiedono già impianti di sicurezza: negli ultimi anni le parrocchie si sono dotate di sistemi per la protezione attiva e passiva dei propri ambienti, anche col sostegno della Diocesi e grazie ai fondi 8x1000 erogati annualmente dalla CEI. Questo progetto che coinvolge 70 chiese è un importante e significativo “step” di un programma per la sicurezza globale del patrimonio che ci auguriamo,  anche grazie alla Fondazione, proseguirà nei prossimi anni".

L'installazione o il rinnovamento degli impianti va nella direzione di conservare, per quanto è possibile, l'identità e l'appartenenza religiosa rappresentata dai luoghi di culto e dalle opere in essi contenute,  lasciandole negli edifici per cui sono state create, riducendo di molto i pericoli di furto.

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