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Cronaca

Alluvione, il presidente di Confindustria: “Via il Direttore Aipo”

Pietro Ferrari non risparmia le critiche verso chi avrebbe dovuto vigilare sull'integrità degli argini: "Ci sarà un responsabile? Perchè a forza di dire che la colpa di tutti, la colpa non è di nessuno"

“Se un argine in linea retta si sgretola e diventa liquefatto, la responsabilità è di chi ha la gestione di questi argini, cioè di Aipo. E, non voglio sembrare renziano, ma il presidente Fortunato dovrà essere messo in discussione”. Così Pietro Ferrari, presidente Confindustria Modena, nel corso della conferenza stampa di inizio anno, ha commentato la tragica alluvione che ha invaso l'area nord del modenese il 19 gennaio scorso, mandando sott'acqua più di 70 chilometri quadrati di territorio. Per Ferrari “che un argine in linea retta contraddica 2000 anni di storia, visto che il Secchia non ha mai dato problemi a Bomporto, potrebbe essere anche l'inizio di una rivoluzione storica”, però “le prime responsabilità sono di chi ha la gestione di questi argini. Punto e basta”. 

“Poi ci sarà chi dovrà indagare e chi deve verificare - continua il presidente di Confindustria - però questa era una cosa evitabile”. Ferrari ricorda anche che “si sta dando un danno alle popolazioni coinvolte non solo molto rilevante ma anche molto deprimente”, perchè pensare che “persone che hanno pochissime risorse economiche siano costrette a spendere due o tremila euro per l'acquisto di cose essenziali, come un frigorifero o un letto soltanto perchè c'è stata una inadeguatezza di sistema così dilettantesca - conclude il presidente - fa ancora più male al cuore. Non si dica che sono renziano - ironizza Ferrari - ma il direttore di Aipo, davanti a questi eventi dovrà essere messo in discussione,o no? Ci sarà un responsabile? Perchè a forza di dire che la colpa di tutti, la colpa non è di nessuno”.

Rimanendo sul tema delle imprese, sono 31 le aziende associate a Confindustria che hanno sede nell'area dell'alluvione e che hanno registrato gravi danni dopo la rottura dell'argine del Secchia lo scorso 19 gennaio. Di queste “10 sono assicurate e 21 dovranno chiedere i risarcimenti”, fanno sapere dall'associazione degli industriali. Ma “a quindici giorni non c'è ancora nulla, a parte la decisione di sospendere le tasse per sei mesi, non abbiamo procedure precise e non sappiamo esattamente cosa fare”, attacca Giovanni Messori, direttore Confindustria Modena, anche lui intervenuto alla conferenza stampa di inizio anno. Per Messori pare che “su questo dramma non ci sia la sensibilità adeguata, visto che dobbiamo ancora sapere quali danni verranno risarciti, in quale percentuale verranno coperti e dobbiamo sapere in fretta cosa dobbiamo fare, perchè sull'aspetto psicologico decisivo che sottolineava il presidente, si innestano anche queste mancanze che non trovano una ragione”. (Dire)

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