Piumazzo: spara a una lepre dall'auto, cacciatore denunciato
Stava utilizzando la propria auto parcheggiata sul ciglio della strada come postazione da tiro: la "battuta di caccia" è stata interrotta dall'intervento della Polizia Provinciale che ha sequestrato l'arma
Spara a una lepre direttamente a bordo della propria auto parcheggiato lungo la strada, vicino a case e nei pressi di un’area frequentata da podisti e ciclisti. Ma proprio in quel momento, passa un agente della Polizia provinciale di Modena che ha immediatamente sequestrato l’arma, identificato e denunciato il cacciatore all’autorità giudiziaria. L’episodio è avvenuto ieri mattina a Piumazzo di Castelfranco Emilia. Tra l'altro, durante l’identificazione, l’agente ha scorto in lontananza un cittadino scendere da un’auto e prelevare la lepre appena uccisa, comportamento illegale anche questo, dato che la fauna selvatica è di proprietà pubblica.
SANZIONI - Quello di Piumazzo è solo l’ultimo di una serie di episodi, da quando la caccia alla selvaggina stanziale è partita il 18 settembre scorso, con protagonisti cacciatori che non rispettano le distanze di sicurezza da strade e case. La Polizia provinciale ricorda che le distanze di sicurezza sono di 50 metri dalle strade e 100 dalle case mentre la sanzione prevista è di 206 euro. Dal 18 settembre la Polizia provinciale ha emesso 20 sanzioni amministrative (di cui sei per il mancato rispetto delle norme sulle distanza di sicurezza, il trasporto di armi non scariche e non in custodia in centri abitati) oltre a sei denunce penali.
CONTROLLI - A controllare il corretto svolgimento dell’attività venatoria ci sono in tutto 24 gli agenti del Corpo di Polizia provinciale della Provincia a cui si aggiungono, soprattutto in montagna, quello del Corpo Forestale dello Stato e una decina di guardie venatorie volontarie della Provincia; nelle prossime settimane (non appena saranno completate le procedure per le autorizzazioni trasferite dalla Prefettura alla Provincia) ai controlli collaboreranno anche alcuni nuclei di Gev e Gel, guardie volontarie delle associazioni ambientaliste e venatorie. Gli agenti controllano, inoltre, il rispetto del regime di divieto di caccia nelle aree protette (circa 60 mila ettari), in quelle parti di campagna che i Comuni hanno dedicato allo sviluppo dei piani regolatori, in cui è vietato cacciare, e nelle aree rurali vicino ai centri abitati dove i sindaci hanno vietato la caccia.