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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Ospedale Universitario / Via del Pozzo, 71

Policlinico, Nefrologia festeggia il cinquecentesimo trapianto di rene

Il primo intervento fu effettuato sedici anni fa, il 13 ottobre 1998, su Rosa Gargiulo, oggi presente alla cerimonia. Da allora l'equipe modenese realizza una media di 31 trapianti all'anno. Nel 2013 i trapianti di rene sono stati 27

Chi l’avrebbe mai detto che saremmo arrivati a quota cinquecento. Sono passati ormai circa sedici anni, ma ricordo ancora molto bene l’attesa spasmodica di quei giorni. Dopo mesi di preparazione finalmente arrivò la chiamata. In sala operatoria c’era la paziente, Rosa Gargiulo, una donna di grande forza d’animo, alla quale potevamo donare una seconda vita grazie al trapianto di rene. A guidare l’equipe, della quale facevo parte anch’io, c’erano il professor Walter Artibani, direttore dell’Urologia, il dottor Elis Sacchi, anestesista ora a Pavullo, il professor Gioachino Coppi, già allora direttore della Chirurgia Vascolare. Tutto andò bene e fu il viatico migliore per costruire un futuro atteso e sperato, che oggi è una solida realtà, un punto di riferimento per tanti pazienti” racconta il professor Gianni Cappelli, oggi direttore della Divisione di Nefrologia Dialisi e Trapianto renale del Policlinico di Modena. 

Da quel giorno, molte cose sono cambiate: le tecniche chirurgiche si sono profondamente evolute e anche la complessità degli interventi che oggi si possono eseguire è via via cresciuta: ai trapianti da cadavere si sono affiancati quelli da vivente, nel 2003 è stato realizzato il primo doppio trapianto, l’anno successivo il primo trapianto combinato fegato-rene e nel 2008 il primo trapianto in soggetti sieropositivi per HIV. Un progressivo consolidamento che ha permesso di arrivare, solo qualche giorno fa, al cinquecentesimo trapianto di rene. Un’operazione perfettamente riuscita, eseguita su un paziente di 52 anni residente in provincia di Modena, che è già tornato a casa per la convalescenza. Dal 1998 a oggi, ogni anno, mediamente sono stati eseguiti 31 trapianti. L’età media dei riceventi è stata di circa 55 anni, mentre l’età media dei donatori, esclusi i viventi, è stata di circa 60 anni.

“Si tratta di un risultato di grande rilievo che, da solo, evidenzia la solidità e la qualità del lavoro svolto sino ad oggi. Ma occorre non fermarsi solo ai numeri perché dietro ad ogni trapianto di organo c’è un lavoro straordinariamente complesso fatto di competenza, affiatamento, collaborazione tra professionisti di aree e anche aziende diverse, che si uniscono con un unico obiettivo: mettersi al servizio del paziente per permettergli di migliorare in modo sostanziale la propria qualità di vita. Le centinaia di persone che in questi anni si sono rivolte al nostro Centro e che continuano a farlo con fiducia, rappresentano uno stimolo che ci spinge a migliorare ancora” ha aggiunto il direttore generale del Policlinico di Modena, Licia Petropulacos, durante l’incontro con la stampa organizzato per tracciare un bilancio sui sedici anni di attività della Divisione di Nefrologia Dialisi e Trapianto renale.

Un bilancio senza dubbio più che positivo, che ha trovato un testimonial d’eccezione nella prima paziente operata sedici anni fa, Rosa Gargiulo, vero ospite d’onore della mattinata. “Quella di oggi è per me una giornata speciale perché prima di tutto posso evidenziare, avendolo vissuto sulla mia pelle, gli enormi vantaggi del trapianto, sia in termini di qualità che di aspettativa di vita. È un percorso certamente complesso che richiede un’assistenza costante e di qualità da parte delle strutture sanitarie, una risposta che qui al Policlinico ho sempre trovato, grazie anche ad una umanità e attenzione nei confronti delle persone davvero ammirevoli. Altrettanto importante però -  ha sottolineato Rosa Gargiulo – è ricordare a tutti che è fondamentale tenere alta l’attenzione sulle donazioni di organi. Un gesto di grande generosità, rispetto al quale praticamente tutti, direttamente o indirettamente, possiamo diventare potenziali attori. Tutti dobbiamo lavorare per far crescere ulteriormente la cultura della solidarietà”.

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