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Cronaca Via Giovani Palatucci

Poliziotti aiutano rapinatori, condannati a pagare i danni al Ministero degli Interni

Con l'aiuto di un operatore della Dda di Napoli che gestiva i contatti con i malviventi, due agenti della squadra volante di Modena spalleggiavano e coprivano le rapine commesse da una gang campana

Guardie e ladri non solo hanno finito per mischiarsi, ma anche per lavorare insieme! Tre agenti della polizia di stato, di cui due della Questura di Modena e un ex operatore della Dda di Napoli che gestiva i contatti con i rapinatori, già condannati dal Tribunale di Modena e ormai privati della divisa, dovranno pagare 30mila euro al Ministero dell'Interno per danno di immagine. A deciderlo è stata la Corte dei Conti.

I colpi messi a segno tra Secchia e Panaro, come ricorda l'agenzia giornalistica  Dire, risalgono al biennio 2005-2006: la condanna in primo grado per i tre (ma la sentenza è passata in giudicato) arriva nella primavera del 2008. L'ex agente delle Volanti di Modena, Giulio Purini, venne condannato a sei anni e sei mesi con rito abbreviato, mentre il collega Gennaro Copia patteggiò una pena di 5 anni. Condannato a sei anni anche l'ex poliziotto della Dda di Napoli, Maurizio Canneva. A loro il Tribunale ha contestato i reati di peculato, abuso d'ufficio, incendio, furto, rapina, procurato allarme e alterazione di armi o munizioni. Ma la Corte dei conti ha preso in considerazione solo i primi due, peculato e abuso d'ufficio, che rientrano nell'ambito dei reati contro la pubblica amministrazione.

Del resto, osserva la Corte, appare "di tutta evidenza" che i fatti commessi dai tre "abbiano arrecato un grave pregiudizio all'immagine e al prestigio dell'Amministrazione dell'Interno e segnatamente della Polizia di Stato. Ciò in ragione del risalto che la vicenda ha avuto sugli organi di stampa, con grave discredito nella pubblica opinione in danno della stessa Polizia, ed altrettanto grave detrimento, da un lato, del senso dell'onore dei suoi appartenenti, e, dall'altro lato, del senso di fiducia che i cittadini ripongono in essa, istituzionalmente preposta a garantire sicurezza e legalità nella collettività". Da qui la condanna per i tre, in solido e per 10 mila euro a testa, al pagamento di 30 mila euro come risarcimento.

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