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Cronaca

Si apre il processo per gli scontri davanti ad Italpizza, 67 attivisti e lavoratori alla sbarra

Prima tranche del processo sui fatti del 2018/19. Il sindacato rivendica le proprie azioni

Violenza privata per avere impedito l'entrata e l'uscita dei camion dall'azienda, manifestazioni organizzate senza preavviso e tafferugli con le forze dell'ordine. Sono alcuni dei reati contestati nel processo che si apre oggi a Modena a carico di 67 lavoratori in appalto presso Italpizza e sindacalisti del SI Cobas per gli scioperi e i picchetti svolti dal dicembre 2018 al luglio 2019.

Un inverno e la successiva primavera molto "caldi" in strada Gherbella, dove per molte giornate si sono avuti blocchi e scontri tra manifestanti dei Cobas e forze dell'Ordine, anche con feriti (lievi). Una stagione di lotta che il sindacato autonomo ha voluto condurre in maniera dura. per protestare contro le condizioni contrattuali dei lavoratori in appalto, sulla scia di quanto accaduto anche alcuni anni prima nel settore della lavorazione carni. Anni in cui Modena era diventata epicentro della contestazione sugli appalti di somministrazione di manodopera: un problema reale e purtroppo non ancora superato.

Ai 67 imputati nel procedimento che è iniziato stamane in Tribunale se ne aggiungono poi altri 53, che saranno giudicati in un secondo filone.

Il processo riguarda ovviamente le condotte individuali relative alle manifestazioni davanti ai cancelli dell'azienda e non attiene alle tematiche sindacali che venivano denunciate. Il Sindacato ha colto l'occasione per rivendicare le proprie ragioni, commentando: "Alla sbarra non sono convocati i dirigenti d'azienda che applicano contratti illeciti, che giocano con matrioske di appalti, che percepiscono indebitamente milioni di euro di cassa integrazione pur non essendo affatto in crisi. No, per la procura di Modena gli accusati sono i lavoratori e le lavoratrici che hanno osato rivendicare i diritti minimi previsti dai contratti e dalle leggi. Nel mondo al rovescio della procura modenese è Italpizza ad essere parte lesa, ed è quindi autorizzata a chiedere almeno 500.000 euro di danni direttamente al sindacato S.I. Cobas, mentre per gli operai restano salari da fame, ricatti sui permessi di soggiorno e anni di udienze. Rivendichiamo integralmente tutte le azioni sindacali per il diritto ad un lavoro dignitoso, per il diritto alla libertà sindacale, di opinione e di espressione, per la piena applicazione della Costituzione repubblicana. Processi e denunce non ci fermeranno".

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