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Cronaca Carlo Alberto dalla Chiesa / Via Carlo Casalegno

Scontro con i poliziotti, attivista a processo. Ma potrebbero rischiare anche gli agenti

Rinvio a giudizio per una dei protagonisti dei disordini del gennaio dello scorso anno alle Poste di via Casalegno. Il sindacato ammesso come parte civile. Ci sarebbe però anche un procedimento pendente per gli agenti coinvolti

Uno dei tanti teatri degli episodi di protesta no-mask e no-vax è stato, nel gennaio dello scorso anno, l’Ufficio Postale di via Casalegno, presso il Centro Commerciale La Rotonda.

Protagonisti due attivisti modenesi, che in seguito a quei fatti avvenuti il 15 gennaio 2021, sono stati denunciati per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale (oltre che per interruzione di pubblico servizio). Su richiesta del personale delle Poste, infatti, erano intervenuti alcuni agenti di Polizia, che avevano poi proceduto con la segnalazione delle due persone, un uomo e una donna, che avrebbero interrotto in modo provocatorio l'attività dell'ufficio, rifiutandosi di indossare la mascherina.

Ne era nato uno scontro prima verbale poi fisico, terminato con tre persone al Pronto Soccorso. Due i risvolti della vicenda, che corrispondono a due diversi procedimenti giudiziari: il primo che vede gli agenti come vittime di lesioni, il secondo che vede gli stessi come autori di lesioni nei confronti della donna.

Questa mattina si è svolta l’Udienza Preliminare del “primo filone” a carico della attivista, difesa dall’Avv.ssa Ruini, che la Giudice Pini Bentivoglio ha deciso di rinviare a giudizio, accogliendo quindi la richiesta formulata dal PM Marco Niccolini e confermando i capi d’accusa. 

Secondo quanto dichiarato dall’avvocatessa della difesa però, come anticipato, questa non sarebbe l’unica strada giudizialmente percorribile: “C’è un’altra versione dei fatti, che è stata oggetto di querela, secondo la quale sarebbe stata la mia assistita a subire lesioni per mano degli agenti durante il tentativo di caricarla nella volante”. Anche l’attivista infatti, in seguito alla colluttazione, sarebbe stata trasportata al Pronto Soccorso, dal quale sarebbe stata dimessa con una prognosi di 7 giorni, poi portata a 90 giorni.

Per questo motivo, a seguito di querela, è stato iscritto un procedimento contro ignoti per le violenze subite. “L’accaduto esula dalle sanzioni amministrative connesse alle violazioni in materia di Covid” ha aggiunto l’avvocatessa, “stiamo parlando di reati: tutte le altre etichette, sono fuori luogo”.

Intanto l'udienza preliminare di oggi ha visto il riconoscimento come parte civile del sindacato di polizia Siulp, un fatto a suo modo storico per la rappresentanza sindacale modenese. "Non è stato facile sostenere tale richiesta di costituzione in quanto il Siulp, in questo caso, è soggetto cd. “esponenziale” e non diretto, ma l’articolata e complessa disamina dell’Avv. Zaccaria ha perfettamente rappresentato quale sia l’interesse del sindacato in questo processo penale. Il perno centrale di questa disamina è basato sul principio che, lontano dall’essere una semplice espressione corporativa, appiattita sui soli diritti dei poliziotti, il Siulp di Modena ha dimostrato nel corso degli anni di essere parte integrante della società civile, diffondendo continuamente la cultura della legalità, della giustizia e della sicurezza, non esclusivamente per i propri associati o per i soli dipendenti della Polizia di Stato, ma per tutti i cittadini di questo territorio. L’analisi del nostro legale, che rivendichiamo con orgoglio visti i numerosi convegni e dibattiti pubblici che abbiamo organizzato da sempre, è riuscita a strappare un risultato del quale andiamo fieri e che riteniamo possa essere solo il principio della concreta azione di tutela legale del complesso mondo delle Forze dell’Ordine e non solo".

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