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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Via Saragozza / Viale delle Rimembranze

Chioschi sotto inchiesta, la Procura chiede il sequestro dei cantieri

Il Procuratore di Modena ha inoltrato al Gip una richiesta di sequestrare i cantieri delle quattro strutture, per verificare la conformità alla destinazione d'uso del Parco. Nessun indagato, ma dubbi su cubature e tipologie dei materiali

Importante svolta nella vicenda dei chioschi nel Parco delle Rimembranze. Dopo aver valutato gli esposti presentati dagli ambientalisti di Italia Nostra e dal senatore Giovanardi, il Procuratore della Repubblica Vito Zincani ha deciso di aprire le indagini e di richiedere al Giudice di istanza preliminare il sequestro dei cantieri. Un fulmine a ciel sereno, dal momento che da più parti, Comune in primis, è stata ostentata in queste settimane molta tranquillità circa la regolarità del progetto di riqualificazione.

La richiesta di sospensione dei lavori riguarda i quattro chioschi, Bobotti, ex Tosco, Elio e El Cedro, per i quali il Gip sarà chiamato a approfondire le indagini. Ad oggi infatti – ha precisato il Procuratore Zincani – non vi sono persone iscritte nel registro degli indagati, e neppure prove concrete che possano suffragare un qualche reato. L'ipotesi accusatoria si basa tuttavia sulla presunta violazione delle norme edilizie e di destinazione d'uso del Parco, in quanto verde pubblico tutelato.

Si tratterà perciò di verificare se la riqualificazione a fini “commerciali” non vada ad intaccare quella che è la tutela del Parco, che non prevede insediamenti al proprio interno, se non con strutture leggere adibite a servizi. Sotto la lente di ingrandimento del giudice finiranno anche le cubature delle strutture e la natura stessa dei materiali da costruzione, che per legge devono essere ridotte le prime e poco impattanti i secondi.  Vito Zincani ha sottolineato che, se la lottizzazione abusiva di terreni a scopo edilizio fosse comprovata, si applicherebbe l'articolo 44 del dpr 380 del 2001, che prevede l'arresto fino a due anni per i responsabili e l'ammenda da 15mila a 50mila euro.

La parola passa perciò al Gip, in tempi che non sono ancora definibili con chiarezza, nè sul possibile ordine di sequestro, nè tantomeno sull'indagine complessiva. Intanto esultano per la decisione della Procura le associazioni ambientaliste e i gruppi politici, Ncd in testa, che ormai da settimane stanno sottolineando come la riqualificazione non sia altro che una lottizzazione del Parco. Ma la parola fine è ancora molto lontana.

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