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Cronaca Modena Est / Viale Caduti sul Lavoro

Presentata la riqualificazione di Modena Est: il villaggio utopico

Amministrazione e imprese edili avanzano ai cittadini la proposta di un consorzio che decida di abbattere l'area produttiva per realizzare 500 alloggi immersi nel verde. Accoglienza scettica da parte dei residenti e degli artigiani nella prima assemblea pubblica

Ai tanti incompiuti progetti di riqualificazioni delle aree urbane presentati in questi ultimi 10 anni e in buona parte rimasti solo sulla carta, se ne aggiunge uno nuovo, in fase ancora embrionale e, per affermazione degli stessi promotori, destinato a lunghi tempi di gestazione. L'intervento in questione è quello relativo al villaggio artigiano di Modena Est, nel quadrilatero compreso tra le vie dell’Indipendenza, Caduti sul lavoro, degli Inventori e la ferrovia Milano-Bologna. Un'area di 197mila metri quadrati, dove risiedono un centinaio di famiglie e che è stata una dei polmoni artigianali più fiorenti e che ora soffre la crisi ed il conseguente spopolamento degli insediamenti produttivi.

Di fronte al rischio di una desertificazione, l'Amministrazione Comunale e l'Aniem, (Associazione nazionale imprese edili manifatturiere) hanno iniziato a ragionare di un progetto di radicale rinnovamento, che è stato proposto per la prima volta ieri sera in un'assemblea pubblica cui hanno partecipato una sessantina di residenti. L'ipotesi di restyling prevederebbe l'abbattimento delle strutture esistenti, costituendo un grande spazio verde nel quale collocare nuove residenze condominiali sviluppate in altezza, insieme a nuovi servizi. A fronte di un'area costruita che oggi è di 75mila mq, si passerebbe a soli 20mila, facendo salire le unità residenziali da 100 a 500 in classe superiore.

Ma a ben vedere, non è tanto la natura del urbanistica ad essere innovativo, quanto piuttosto il metodo che Amministrazione e Aniem propongono ai cittadini. Un metodo così innovativo da risultare pressochè utopico. L'esortazione degli assessori – presente ieri sera Gabriele Giacobazzi, insieme al Presidente di Circoscrizione Antonio Carpentieri – e degli imprenditori edili è quella di costituire un consorzio dei proprietari che ragioni insieme e agisca autonomamente per ricavare anche vantaggi economici dall'edificazione e dalla vendita degli appartamenti ricavati dagli attuali capannoni. “É un progetto che ha bisogno del consenso – sottolinea proprio Carpentieri - per poter trasformare uno studio di fattibilità in un consorzio in cui non occorrono soldi pubblici per cercare di trovare un riequilibrio economico di una fetta importante della città zona. Un’ipotesi di soluzione ad un problema in cui non si fanno affari ma si cerca la permuta, il baratto, in base ai metri cubi messi a disposizione”.

Resta da capire perchè il proprietario di un'impresa dovrebbe abbattere il proprio capannone, magari appena rinnovato, per fare spazio ad una casa oppure perchè una famiglia che risiede da decenni in una villetta dovrebbe demolirla per trasferirsi in una nuova stecca di palazzine condominali. Domande che sono passate per la testa dei cittadini presenti all'assemblea di ieri, usciti dal confronto con più dubbi di quelli che avevano prima di entrarvi, e senza alcun entusiasmo. Basterà a Modena Est essere la storica terra della cooperazione per realizzare un'utopia?

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