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Cronaca Ospedale Universitario / Via del Pozzo, 71

Policlinico, animalisti in protesta al grido di “macachi liberi”

Sabato scorso una manifestazione in via del Pozzo per chiedere la liberazione dei primati utilizzati per l'attività di ricerca sulla corteccia celebrale. Unimore: "Dovremo separare il nucleo famigliare, ma condizioni di vita sono ottimali"

Alcune decine di persone si sono date appuntamento lo scorso sabato 24 maggio all'ingresso dell'area del Policlinico di Modena per una manifestazione di protesta animalista. Al centro del dibattito c'è l'allevamento di macachi che da anni “abitano” nello Stabulario universitario e che sono sottoposti al progetto di ricerca sulle funzioni cerebrali. Il monito degli animalisti, sbandierato nei giorni scorsi dalla Lav e ripreso dai quotidiani nazionali è molto netto: “Lo Stabulario dell’Università di Modena alleva e utilizza macachi per test molto invasivi sul cervello, che hanno come esito la morte – scrive la Biologa Michela Kuan- Responsabile del Settore Vivisezione della LAV, che aggiunge - La nuova legge, vietando l’allevamento di primati, colpisce direttamente questo stabulario che deve quindi dismettere gli animali e sostituire le proprie obsolete ricerche sulle scimmie con modelli alternativi etici, realmente predittivi”.

Gli animalisti temono quindi il peggio per la sorte di questi macachi: “Esiste infatti la possibilità che siano venduti a un altro laboratorio, o che siano uccisi. Per anni, nonostante le richieste e la nostra disponibilità ad accogliere i macachi facendoci carico della loro riabilitazione e del mantenimento in centri di recupero adatti per questa specie, l’Ateneo non ha voluto fermare questi orribili test”, scrive ancora la Lav.

Ma l'Università di Modena e Reggio Emilia rispedisce le critiche al mittente e replica con una nota formale: “Nel Centro Servizi Stabulario Interdipartimentale sono ospitati quindici macachi, di varia età, discendenti da due esemplari di Macaca fascicularis ceduti dal CNR di Roma ad un gruppo di ricerca autorizzato dal Ministero della Salute a svolgere la propria attività di ricerca, documentata da varie pubblicazioni scientifiche effettuate anche in collaborazione con altri centri di studio italiani e statunitensi. Il gruppo familiare è ospitato in stanze con accesso a paddock all’aperto”.

Per quanto riguarda i presunti test invasivi, Unimore spiega: “L’attività di ricerca, che si conduce da vari anni, è sempre stata svolta dopo aver ricevuto la prevista autorizzazione con apposito decreto del Ministero della Salute, il quale - di prassi - si avvale del giudizio tecnico dell’Istituto Superiore di Sanità. La presenza di tale nucleo di primati ha consentito al gruppo di ricerca locale lo studio delle funzioni audiovisivo-motorie della corteccia cerebrale, utilizzando modalità tecniche simili a quelle che hanno portato alla scoperta dei neuroni-specchio, un vanto nazionale”.

“Le nostre strutture hanno prontamente recepito le attuali normative che, purtroppo, ci impongono la separazione di alcuni componenti del nucleo familiare per evitare la possibilità che i macachi possano ulteriormente riprodursi – precisano i responsabili dello Stabulario - Pur rammaricandoci dello stress che la separazione comporta, i macachi sono ospitati in condizioni giudicate ottimali nel corso delle ispezioni che si sono susseguite con regolarità. La disponibilità degli esemplari ospitati per l’attività di ricerca è regolamentata dal Ministero della Salute sino a regolare scadenza dell’autorizzazione in essere”. Intanto la Lav ha chiesto un incontro al Prof. Angelo Oreste Andrisano, rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia.

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