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Cronaca

Ricerca, da Modena nuovo traguardo contro la SLA. Grazie anche all’Ice Bucket Challenge

Il gruppo di studio della prof.ssa Serena Carra di Unimore ha individuato un complesso di proteine potenzialmente in grado di rallentare il decorso della Sclerosi Laterale Amiotrofica. Il progetto è tra i vincitori del Bando AriSLA 2015 e finanziato in gran parte dai fondi dell’Ice Bucket Challenge,il "gavettone" solidale dell'estate 2014

Un altro passo avanti nella lotta contro la SLA. Il gruppo di studio della prof.ssa Serena Carra del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia ha individuato un complesso proteico (l’HSPB8-BAG3-HSP70) che contribuisce a rallentare il decorso di patologie come la Sclerosi Laterale Amiotrofica. Le sperimentazioni sono state effettuate su modelli cellulari e su modelli animali di Drosophila Melanogaster - il moscerino della frutta - e costituiscono un promettente punto di partenza per ipotizzare una terapia sull’uomo. I risultati raggiunti sono stati pubblicati da due prestigiose riviste internazionali: Molecular Cell e Human Molecular Genetics.  

La ricerca è stata finanziata in buona parte con i fondi raccolti da AISLA, Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, grazie all’Ice Bucket Challenge, nel 2014. Due anni fa, AISLA, infatti, ha ricevuto 2,4 milioni di euro di donazioni. Di questi 1,4 milioni sono stati devoluti ad AriSLA, Fondazione Italiana di Ricerca per la Sclerosi Laterale Amiotrofica, che, grazie a questa cifra, ha potuto finanziare 15 progetti di ricerca, tra cui quello della dottoressa Carra. AISLA ha destinato i restanti fondi al sostegno dell’assistenza delle persone con SLA (700mila euro) e alla realizzazione della prima Biobanca Nazionale dedicata alla ricerca sulla SLA (300mila euro).

Il complesso proteico individuato dal gruppo della prof.ssa Serena Carra è in grado di favorire il mantenimento della corretta funzionalità e vitalità cellulare; la regolazione di queste proteine potrebbe contribuire a rallentare il decorso di patologie come la Sclerosi Laterale Amiotrofica, caratterizzate dall’accumulo di aggregati di proteine-RNA. Un’ipotesi confermata da un altro recente lavoro che ha visto anche la collaborazione del Prof. Angelo Poletti, dell’Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari. 

“Queste due pubblicazioni sono il frutto di più di due anni di duro lavoro che ha visto coinvolti eccellenti collaboratori italiani, fra cui il Prof. Angelo Poletti dell’Università degli Studi di Milano e stranieri, in primis il Prof. Simon Alberti del Max Plank Institute di Dresda, numerosi giovani studenti e ricercatori che hanno lavorato sotto la mia stretta supervisione – commenta la prof.ssa Serena Carra del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze di Unimore -. Questi successi scientifici sono un segno di speranza non solo per i pazienti afflitti da queste patologie e per le loro famiglie, ma anche per i giovani ricercatori che hanno collaborato con me. Confido nella fiducia e nel sostegno economico di Fondazioni, Onlus, Ministero e Comunità Europea al fine di poter proseguire questa importante ricerca e contribuire non soltanto all’avanzamento delle conoscenze scientifiche rilevanti ai fini terapeutici, ma anche alla formazione di eccellenti giovani ricercatori.” 

I due studi sono stati resi possibili grazie al sostegno economico della Fondazione AriSLA, del Ministero della Salute e del programma europeo di programmazione congiunta sulle malattie neurodegenerative JPND. Tra i progetti finanziati con le ‘Ice Bucket Calls’ c’è quello coordinato dalla prof.ssa Carra  (valore del progetto 299.585 euro); il progetto coordinato dal prof. Poletti è stato finanziato dalla Fondazione con la Call 2011 (valore del progetto 263.250 euro). AriSLA nasce nel dicembre 2008 dall’unione di AISLA Onlus – Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, Fondazione Cariplo, Fondazione Telethon e Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport Onlus. In pochi anni AriSLA è diventata uno dei principali organismi in Italia e in Europa ad occuparsi esclusivamente di finanziare la ricerca scientifica sulla SLA. Dal 2008 ad oggi sono stati investiti in attività di ricerca 9.731.516 euro ed è al fianco di oltre 150 ricercatori italiani.

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