In barba ad ogni buona norma stabilita dalla Carta Etica delle Professioni Intellettuali firmata a Modena a inizio 2011, i professionisti modenesi perseverano nel tenere la bocca chiusa in merito alle segnalazioni di sospette operazioni di riciclaggio: se nel primo semestre del 2012 sono state formalizzate un totale di 462 segnalazioni, 459 vengono da banche e uffici postali, soltanto 3 (sic!) sono state fatte da professionisti. A commentare i dati forniti dall'Ufficio investigazioni finanziarie di Banca d'Italia, è stato Franco Zavatti, responsabile regionale Legalità della Cgil. "Come spiegare il fatto che i casi segnalati dalle banche crescono ed i casi sospettati da avvocati, consulenti, commercialisti, modenesi calano? - si interroga Zavatti - pur senza indulgere in facili e inutili retoriche, è evidente che occorre una sostanziale inversione di tendenza". 

Il mondo delle professioni emiliano e modenese, secondo il sindacalista, "non può sottrarsi dall'innestare una o due marce in più, confermando la sua sostanziale integrità etica e responsabilità verso il contrasto al riciclo e tutele di legalità". Inoltre, "la situazione post-terremoto e il giro di lavori ed affari che richiederà, ne accentua l'urgenza". Per questa ragione, Zavatti avanza una proposta: "Ogni professionista potrà segnalare con riservatezza i propri casi sospetti al proprio Comitato unitario delle professioni (Cup), presente in ogni provincia - afferma il sindacalista - sarà poi il Cup a rapportarsi con l'Ufficio investigativo. In Emilia Romagna, ed a Modena in particolare, i Cup sono ben radicati e del tutto operanti con sensibilità sulle tematiche ed i bisogni della legalità".