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Cronaca Buon Pastore / Via Panfilo Sassi

Firem insolvente, i lavoratori riprendono il presidio

L'azienda di Formigine non ha mantenuto l'impegno sul pagamento per gli arretrati e la Fiom/Cgil ha riattivato le proteste sotto la sede degli uffici modenesi d è partita nuovamente all'attacco delle scelte di delocalizzazione

Appena due mesi fa i lavoratori della Firem di Formigine avevano sospeso la loro protesta, a seguito della mediazione delle Istituzioni che avevano convinto l'azienda, che sta delocalizzando in Polonia, a versare gli stipendi arretrati dei dipendenti modenesi rimasti dall'oggi al domani senza lavoro. Ma oggi il presidio è pronto per essere ricostitutito, dal momento che gli accordi, stando alle dichiarazioni di Fiom/Cgil, non sono stati rispettati. L'iniziativa di presidio avviene infatti a seguito del mancato pagamento della seconda rata della retribuzione di agosto, che sarebbe dovuto avvenire entro il 15 dicembre.

Fiom e lavoratori, che si sono dati nuovamente appuntamento sotto la sede dell'azienda in via Sassi a Modena, chiedono il rispetto degli accordi sottoscritti lo scorso settembre in Regione, accordi che a fronte della disponibilità dei lavoratori a far uscire dallo stabilimento di Formigine materiali/macchinari diretti allo stabilimento in Polonia, l’azienda si impegnava al pagamento rateizzato delle retribuzioni arretrate di luglio e agosto. La disponibilità dei lavoratori non ha però avuto uguale rispondenza da parte dell’azienda, che ha disatteso il puntuale pagamento degli stipendi come stabilito nell’accordo. 

I lavoratori chiedono inoltre a perciò a tutte le parti coinvolte nella firma dell’accordo di settembre - Regione, Provincia, Comune e Governo - di mettere in campo azioni che permettano il rispetto dell’accordo stesso e il pagamento alla normale scadenza della 13esima mensilità. 

“Non è possibile pensare – commenta Cesare Pizzolla della Fiom – che un’azienda che fatturava fino allo scorso anno dai 5-6 milioni di euro, non abbia in cassa circa 12 o 13.000 euro per pagare i ratei degli stipendi arretrati. La proprietà Firem ha sempre dichiarato che i problemi dell’azienda erano dovuti al fatto che in Italia non fosse più possibile produrre per gli alti costi e per la bassa professionalità di alcuni lavoratori, nonchè per colpa di un sindacato intransigente. Spostare la produzione in Polonia avrebbe risolto tutti i problemi della Firem, sia dello stabilimento polacco che di quello di Formigine, con una parziale ripresa dell’attività. Non mi sembra – conclude il sindacalista - che la soluzione polacca stia però dando i risultati sperati. Probabilmente la mancata competitività di quest’impresa va ricercata piuttosto in altre cause e nelle responsabilità di chi l’ha diretta in questi anni”.

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