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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Via Università

Ritardi e disorganizzazione: il calvario dei futuri insegnanti modenesi

Gli studenti delle aree umanistiche che prendono parte al Tirocinio Fomativo denunciano tutte le lacune dell'Ateneo modenese. La disorganizzazione e i tempi lunghissimi mettono a rischio la partecipazione ai concorsi pubblici per entrare di ruolo

Volete seguire il Tirocinio Formativo Attivo (Tfa) per ottenere l'abilitazione all'insegnamento nelle scuole medie e superiori? “Evitate l'Università di Modena e Reggio”. Questa è la voce poco lusinghiera che circola nei forum specializzati per i futuri insegnanti: un giudizio “pessimo” per il nostro Ateneo, che mette in luce tutte le difficoltà degli studenti che intraprendono il tirocinio, ostacolati da una struttura universitaria che definiscono non all'altezza del compito assunto.

POCHI SUPERANO I TEST - Già nel settembre dello scorso anno, quando il percorso di tirocinio di Unimore si era aperto con i test di ammissione alle varie classi di insegnamento, si erano levate accanite proteste per la difficoltà e l'inadeguatezza degli esami stessi. A conti fatti, i più penalizzati sono stati gli studenti delle aree umanistiche (lettere, filosofia e psicologia): a fronte di 90 posti disponibili, soltanto 31 candidati sono stati ammessi. Guardacaso proprio laddove la struttura universitaria modenese è, per tradizione, meno organizzata.

RITARDI - A gettare nello sconforto i pochi “fortunati” che hanno iniziato il tirocinio per questo anno accademico, vi sono una serie di difficoltà e lacune organizzative che tracciano un quadro desolante. Il motivo di maggior rilievo è il forte ritardo con cui i corsi sono iniziati e con cui, prevedibilmente, si chiuderanno. Oltre 4 mesi e mezzo di tempi morti tra il test e l'inizio delle lezioni – nonostante il pagamento delle tasse richiesto inderogabilmente a gennaio in rata unica – hanno fatto slittare in avanti tutto il percorso.

DISORGANIZZAZIONE - Gli studenti lamentano poi il fatto di essere abbandonati a sé stessi. Nessuna traccia dei tutor previsti e nemmeno di uno sportello adeguatamente qualificato a fornire informazioni specifiche. I futuri insegnanti si sono poi trovati spiazzati di fronte alle ore di compresenza in una scuola, parte obbligatoria e fondamentale del Tfa: l'Università ha lasciato agli stessi tirocinanti la ricerca di un istituto e di un professore con cui svolgere il tirocinio, richiedendo solo a posteriori una tabella con il computo delle ore e delle attività svolte. Nessun inserimento guidato, nessun accordo Unimore-scuole e nessuna forma di controllo. A testimoniare in modo inequivocabile le difficoltà del nostro Ateneo vi è poi il fatto che per garantire i corsi di approfondimento rivolti ai tirocinanti si è dovuto ricorrere a professori esterni. Docenti delle stesse scuole superiori, magari di qualche anno più anziani dei loro allievi del Tfa, assunti a progetto per imbastire corsi che l'Università non avrebbe potuto svolgere in autonomia.

CONCORSI A RISCHIO - Ma a preoccupare i tirocinanti sono soprattutto i tempi. Nonostante il Ministero abbia diramato il 17 aprile una circolare nazionale, nella quale si invitano tutte le Università italiane a concludere i Tfa entro la fine di giugno, Unimore prevede di finire il percorso addirittura a novembre. L'ansia giustificata dei futuri insegnanti è legata ai concorsi: se le voci di corridoio confermeranno una selezione pubblica per docenti di ruolo nel prossimo autunno, i tirocinanti modenesi rischiano di essere tagliati fuori. Il quadro tracciato finora ci illustra una realtà in grave difficoltà, che stride con il contesto dell'Università modenese, considerata una delle migliori d'Italia. Non si tratta solo di difficoltà organizzative, che sono naturali e proprie di qualsiasi corso di studi, ma di una carenza strutturale. La sensazione è che, accettando l'attivazione dei Tfa in un numero elevato di discipline, Unimore questa volta abbia fatto il passo più lungo della gamba.

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