Amianto nell'acquedotto di Carpi, tarda il via libera alla sperimentazione
Ancora nessuna risposta da parte dell'Azienda Sanitaria sul progetto impostato da Aimag e Comune per "isolare" i tubi in cemento-amianto con composti chimici ad hoc. Si allungano i tempi
Rallenta l'ipotesi di una sperimentazione a base di fosfati e zinco per bloccare le emissioni di fibre di amianto nell'acquedotto di Carpi, composto in gran parte da cemento amianto usurato dal tempo e provato dal sisma del 2012. Il Comune a distanza di diverse settimane dall'annunciata volontà di sperimentare un composto chimico da sciogliere nell'acquedotto per creare una pellicola protettiva interna ai tubi, non ha ancora ricevuto il via libera dall'Ausl a cui è stata sottoposta l'ipotesi sperimentale.
A chiedere il vaglio dell'Ausl era stato l'Istituto Superiore di Sanità che, interpellato dal Comune e da Aimag, la multiutility che serve il Comune, sulla bontà dell'ipotesi di sperimentazione (avviata recentemente in un altro Comune in provincia di Varese per bloccare le emissioni di ferro dai tubi), aveva raccomandato la massima attenzione riguardo i dosaggi del composto e una attenta valutazione sulla possibile formazione di microrganismi all'interno della pellicola stessa, chiedendo al Comune una serie di controlli periodici sulla sperimentazione.
Proprio il piano di controlli è stato sottoposto al giudizio dell'Ausl che ad oggi non ha dato nessuna risposta. Un ritardo che fa temere all'ente ulteriori rallentamenti. Proprio dal Comune, infatti, fanno sapere che "solo nei prossimi giorni sarà possibile emettere comunicazioni in merito per informare la cittadinanza della situazione attuale e futura". Ad oggi, in ogni caso, la sperimentazione non e' ancora cominciata. (DIRE)