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Cronaca

Rogatoria internazionale della Procura, il rientro del Guercino non pare così scontato

Dopo il ritrovamento dell'opera rubata in città proseguono di pari passo l'indagine dalla magistratura e i contatti con il Marocco. Non esistono trattati specifici con il paese nordafricano, che potrebbe addirittura trattenere la tela trafugata. Fondamentale la mediazione diplomatica

L'arte è un valore universale. Per quanto questa massima possa essere astrattamente vera, sul piano pratico le cose non sono così semplici. Lo sta scoprendo a proprie spese anche la nostra comunità, con riferimento al furto e al ritrovamento del quadro del Guercino. Ad oltre un mese dal rinvenimento del dipinto da parte della polizia marocchina in un sobborgo di Casablanca, ancora non vi sono notizie certe sul rientro dell'opera in Italia.

La Procura di Modena, titolare dell'inchiesta dall'agosto del 2014, sta infatti ricevendo con il contagocce nuove preziose informazioni dal paese nordafricano e si trova a fare i conti con gli impedimenti burocratici. I Pm modenesi stanno infatti per richiedere una rogatoria internazionale per entrare in possesso di quegli elementi utili a portare l'indagine ad un livello successivo, ossia alla vera e propria azione penale nei confronti dei ladri. Questo dialogo interistituzionale è però farraginoso: se talvolta lo è all'interno della stessa Unione Europea, non è difficle immaginare le difficoltà che si incontrano con un paese extracomunitario.

Parallelamente all'inchiesta giudiziaria, il tema centrale è sicuramente quello dell'agognato rientro della tela a Modena. Come ha spiegato il procuratore capo Lucia Musti, non esiste un accordo specifico tra Italia e Marocco su questo tema: il paese magrebino aderisce solamente alla convenzione Unesco, che tuttavia contempla la restituzione di opere d'arte rubate solo durante conflitti bellici. Non è quindi il caso della "Madonna con i santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo" del Guercino, che paradossalmente potrebbe addirittura restare in Marocco.

Un'eventualità, per quanto ci si augura remota, che toccherà dunque alla diplomazia scongiurare. La stessa Procura di Modena chiederà infatti una mediazione da parte del Ministero dei Beni Culturali, che già nelle scorse settimane si è fatto avanti aprendo il dialogo con le autorità marocchine, attraverso le rispettive ambasciate.

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