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Cronaca Via Sant'Eufemia

Sant'Eufemia, i restauri portano alla luce la Modena medievale

I lavori nel comparto dove sorse il Monastero benedettino e poi le carceri hanno permesso agli archeologi di ricostruire la storia dell'intero quartiere. Nel 2015 termineranno i lavori e il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Unmimore avrà a disposizione nuove aule

Sono partiti lavori per la ristrutturazione dell’ultima porzione del comparto S. Eufemia (ex Carceri maschili) che sarà destinato ad accogliere il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali (già Facoltà di Lettere e Filosofia) dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, attualmente sparsi su sei differenti sedi (S. Eufemia, S. Geminiano, Foro Boario, Palazzo del Rettorato, via Fontanelli e Palazzo Coccapani). I lavori permetteranno di ricavare aule e laboratori per un totale di circa 1.000 posti a sedere, con tre grandi aule e un'aula Magna da 120 posti. Il progetto interessa una superficie utile complessiva di 1.300 mq, di cui mq 860 utilizzate per aule e spazi didattici; la restante occupata da studi ed uffici amministrativi.

Il progetto di restauro è iniziato nel gennaio 2013 ed avrà un costo complessivo di 5.625.194,08 euro, di cui 3 milioni messi a disposizione dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, 2.532.655,19 dal Provveditorato Interregionale Opere Pubbliche Emilia Romagna e Marche e 92.538,89 dall’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. Contestualmente all'intervento edilizio, come previsto dalle norme vigenti, si sono svolte indagini archeologiche di un certo rilievo, che hanno permesso di rinvenire interessanti reperti e ricostruire la storia del secolare quartiere modenese.

GLI SCAVI - I lavori di indagine archeologica condotti in S. Eufemia sino al marzo 2014 dall'archeologo Mario Librenti, sotto la supervisione della Soprintendenza, si riferiscono unicamente alla porzione sud-orientale del fabbricato, un’area dove esistevano prevalentemente strutture di età recente (XIX – XX sec.). Gli scavi hanno interessato solo alcuni ambienti del complesso, a causa di interventi precedenti che hanno asportato le stratificazioni, ma, soprattutto, per la presenza di aree non interessate da lavori di scavo significativi. Data la modesta profondità degli scavi, oscillante tra 50 e 120 cm, le indagini hanno intercettato unicamente depositi archeologici riferibili all’età tardo medievale e moderna.

RITROVAMENTI - La prima fase di frequentazione riconosciuta nell’area è databile attorno agli inizi del XIII secolo, periodo nel quale si assiste alla nascita di un isolato, impiantato su di una serie di lottizzazioni regolari, costituito da edifici di uso prevalentemente abitativo. Le strutture sono costituite da murature dello spessore di circa 50 cm., realizzate in mattoni prevalentemente nuovi, con teste di 10-12 cm ed altezze consistenti, legati con calce. Le sottofondazioni sono in ciottoli e pezzame laterizio. A partire dalla metà del XV vennero demolite le strutture preesistenti e fu realizzato un fabbricato caratterizzato da una muratura in laterizi che si innestava al di sopra del muro rasato di un precedente edificio. La nuova struttura andava a racchiudere un ampio spazio che pare interamente vuoto, probabilmente un cortile. Al suo esterno si addossarono, però, due ambienti che dovevano prospettare su di un orto. Questa fase edilizia dovette comprendere anche la realizzazione di un canale in mattoni con copertura a volta, largo un paio di metri, che venne immesso al di sotto del cortile appena creato transitando nella zona retrostante il muro delle case medievali abbattute.

LA STORIA - L’ edificio occupato dalle ex carceri maschili di S. Eufemia è la parte sud-est dell’ isolato compreso fra Piazza Sant’Eufemia, Via Leodoino, Via Bonacorsa e Via Carteria, dove sorgeva l’antichissimo Monastero delle Monache e Chiesa di Sant’Eufemia esistente dall’ XI secolo e che nel corso della sua storia ha conosciuto molte trasformazioni e mutamenti di destinazioni di uso. Nel 1798 il Monastero cessò di esistere e il complesso venne adibito a mansioni militari e carcerarie: un anno dopo infatti diventa l'alloggio degli Artiglieri Cisalpini. Nel 1803l Convento e la Chiesa vengono adibiti parte a fornace di vetri (con passaggio di proprietà alla famiglia Golfieri), parte a caserma; nel 1818 parte del Convento viene destinato a “Reclusorio delle donne”;, mentre nel 1819 il grande cortile interno viene concesso alla Società dei dilettanti del gioco del pallone e vengono qui trasferite le carceri politiche. A seguire i locali vengono adibiti a quartiere militare in occasione del passaggio a Modena di truppe austriache. Seguono altre e diverse destinazioni d’uso più o meno provvisorie. Nel 1830 poi, il Duca Francesco IV stabilisce di trasferire qui la Caserma e le Scuderie dei Dragoni Estensi, l’Economato Militare e le Carceri Giudiziarie. Sotto la direzione dell’Ing. Santo Cavani viene dato inizio a nuovi lavori. Viene rettificata e allargata la Contrada Sant’Eufemia arretrando il fronte della Chiesa e degli adiacenti fabbricati ad est. L’intervento voluto da Francesco IV ha cancellato la quasi totalità delle strutture esistenti ridefinendo l’intero assetto dell’edificio.

Scavi archeologici Sant'Eufemia - 06/05/2014

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