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Cronaca

Controlli nei negozi, la Polizia Locale scopre 11 lavoratori in nero

Gli esiti dei controlli effettuati dalla Polizia locale nei primi quattro mesi dell’anno. Le irregolarità sono state segnalate all’Ispettorato del lavoro e all’Agenzia delle Entrate

C’è il pizzaiolo irregolare e assunto il giorno dopo il controllo, ma anche la barista a cui il contratto era scaduto da tempo e l’addetta alle pulizie che lavorava più ore del previsto. Sono alcuni degli 11 casi di “lavoro nero” scoperti nei primi quattro mesi dell’anno dal Nucleo antievasione e tributi locali (Nat) della Polizia locale di Modena e segnalati all’Ispettorato del lavoro e all’Agenzia delle Entrate.

Le diverse situazioni sono state verificate dal Nat a seguito di segnalazioni o nell’ambito delle attività di controllo del territorio effettuate dalle pattuglie del Comando di via Galilei. Differenti le età e nazionalità dei cittadini interessati. Lavoravano senza avere un contratto, infatti, un 45enne originario dell’Egitto addetto di un negozio di ortofrutta di zona via San Faustino, un 28enne del Pakistan in un esercizio di vicinato di zona Morane, un 23enne egiziano impegnato come operaio in un cantiere situato nei pressi di via Emilia est e una 21enne della Moldavia in un bar della zona di viale Gramsci. Sempre nell’area nord della città, erano “abusivi” un 44enne ghanese in un negozio di alimentari e una 66enne moldava impiegata in una struttura per persone anziane. E un 31enne dell’Afghanistan, che lavorava in “nero” in una pizzeria del centro storico, è stato regolarizzato il giorno successivo agli accertamenti eseguiti dal Nat.

Mentre erano scaduti i contratti, ma continuavano comunque a lavorare con le stesse modalità, una 40enne operatrice di un negozio di telefonia del centro storico (il cui rapporto contrattuale era formalmente terminato da un mese) e un 29enne del Bangladesh addetto di una rivendita di alimentari sempre in centro (irregolare da settembre dell’anno scorso).

La durata della prestazione professionale effettivamente resa, invece, era superiore a quanto dichiarato nel contratto per un 30enne bengalese che lavorava in un’attività di parrucchiere del centro storico e per una 47enne delle Filippine che si occupava delle pulizie in un bed and breakfast del quartiere Buon Pastore.

Saranno ora l’Ispettorato del Lavoro e l’Agenzia delle Entrate a svolgere i necessari approfondimenti e a prendere eventuali provvedimenti nei confronti dei soggetti e dei titolari delle attività che si servivano di personale non in regola; il Fisco, in particolare, sullo spunto dei documenti inviati dal Nat, verificherà le presunte condotte evasive. Gli 11 casi di lavoro nero scoperti fanno parte delle oltre 40 segnalazioni qualificate che il Nucleo antievasione e tributi locali ha inviato da gennaio a oggi.

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