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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Aemilia, la Cassazione conferma le condanne. L'imprenditore Bianchini tenta il suicidio

La Suprema Corte conferma 70 condanne, mantenendo l'aggravante mafiosa. Tragica reazione a casa dell'imprenditore di San felice

La Corte di Cassazione ha sostanzialmente confermato le condanne decise dalla Corte d'appello nel maxi processo Aemilia contro il radicamento e le infiltrazioni delle cosche di 'Ndrangheta tra Modena e Reggio Emilia.

Le condanne confermate sono state oltre 70. Trentasei ricorsi sono stati rigettati, 39 dichiarati inammissibili: solo per 13 imputati la Corte ha deciso alcuni lievi ricalcoli della pena o il rinvio di alcuni capi d'accusa. 

Ha quindi ampiamente retto l'accusa dell'associazione mafiosa, come aveva chiesto anche il Procuratore Generale, sollecitando l'inammissibilità o il rigetto dei ricorsi. Nel 2015 l'operazione contro la criminalità di origine calabrese aveva portato a oltre cento arresti. Nella sentenza di primo grado, dell'ottobre 2018, erano stati inflitti 1.200 anni di carcere, poi ridotti a 712 in appello. 

Al centro dell'inchiesta che ha portato al maxi processo c'era la cosca 'ndranghetistica Grande Aracri. Fra le condanne confermate dalla Cassazione quelle di Michele Bolognino, Gaetano Blasco, Alfredo e Francesco Amato e dei fratelli Palmo e Giuseppe Vertinelli, oltre a quella a 9 anni dell'imprenditore edile Augusto Bianchini. La moglie dell'imprenditore Bruna Braga e il figlio Alessandro erano stati condannati rispettivamente a 2 anni e 2 mesi e 1 anno e 6 mesi. Pena di 13 anni per Giuseppe Iaquinta, padre dell'ex calciatore della Nazionale campione del mondo.  

"La sentenza 'Aemilia' con il suo passaggio in giudicato - ha sottolineato la procuratrice generale di Bologna Lucia Musti - la nona in ordine temporale per associazione di stampo mafioso in Emilia-Romagna, conferma che l'Emilia-Romagna è un distretto di mafia. Il processo è il frutto del lavoro della Dda di Bologna, della Procura generale di Bologna e della Procura generale presso la Corte di Cassazione. "Ringrazio tutte la polizia giudiziaria, in particolar modo i carabinieri dei comandi provinciali di Modena, Parma e Piacenza, per l’altissima professionalità e il massimo impegno profuso nelle indagini".

Bianchini erca di togliersi la vita

La pronuncia della Cassazione ha avuto un risvolto drammatico per quanto riguarda la famiglia Bianchini. Augusto, appresa la notizia della conferma dei 9 anni di carcere per aggravante mafiosa, ha infatti tentato di togliersi la vita, tagliandosi le vene nella propria abitazione. Lo riferisce la Gazzetta di Modena. I famigliari si sono accorti in tempo del dramma che si stava consumando e l'intevento del 118 ha permesso di portare i primi soccorsi e di scongiurare il peggio. L'uomo si trova attualmente ricoverato all'Ospedale di Baggiovara e non sarebbe in pericolo di vita.

Una reazione tragica ad una vicenda giudiziaria che sette anni fa ha letteralmente travolto la famiglia di San Felice, tra arresti, condanne in sequenza e la cancellazione dell'attività imprenditoriale che aveva fin ad allora portato grandi frutti all'azienda edile. Ricordiamo appena due settimane fa Bianchini (e il figlio) erano stato condannati a 1 anno e 6 mesi per il reato di utilizzazione del segreto d'ufficio nel processo sulle pressioni effettuate in Prefettura per l'accreditamento dell'azienda nella white list. 

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