Crollo della palazzina al Policlinico, tutti assolti dopo dieci anni
L'epilogo della lunga vicenda processuale è arrivato questa mattina, con l'assoluzione di tutti e quattro gli imputati. La responsabilità sarebbe da cercare altrove
Il 24 aprile 2013, la palazzina Ex Diagnosi e Cura del Policlinico di Modena era ceduta di colpo. Si trattava di un edificio di tre piani da tempo chiuso al pubblico, in fase di ristrutturazione, fortunatamente deserto al momento del crollo.
Nel 2016, quattro persone erano state rinviate a giudizio per il reato di crollo colposo. Si tratta di due responsabili della AeC di Mirandola, un architetto dell’Ausl e un ingegnere che si occupava della sicurezza del cantiere: per tre di loro, a febbraio, la Procura aveva chiesto la condanna ad un anno di reclusione. Policlinico e Ausl, parti civili costituite nel processo, avevano chiesto un anticipo di risarcimento di rispettivamente 100mila e 50mila euro.
Una, la questione cardine: quale fosse stato il motivo del crollo. A questa domanda aveva risposto, da ultimo, una maxi-perizia tecnica dalla quale erano emersi errori riconducibili alla fase di progettazione della palazzina, che ne avrebbero causato il crollo in fase di ristrutturazione.
Questa considerazione, unitamente alle innumerevoli questioni affrontate durante un processo lungo dieci anni, ha condotto questa mattina all'assoluzione di tutti e quattro gli imputati perchè il fatto non costituisce reato. Si attendono ora le motivazioni, alla luce delle quali Ausl e Policlinico decideranno se ricorrere in appello.