rotate-mobile
Cronaca

Colpite le aziende dei prestanome della ‘ndrangheta Aemilia, sequestrati beni per 9 milioni

Nuova operazione nell'ambito dell'inchiesta contro la cosca emiliana legata ai Grande Aracri: nel mirino le attività dei fratelli Muto e le aziende a loro collegate, attraverso le quali veniva riciclato il denaro sporco

Ieri nell’ambito dell’operazione “Grimilde”, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Bologna, dottoressa Beatrice Ronchi, il ROS ed il Comando Provinciale Carabinieri di Modena hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro d’urgenza di beni per un valore di oltre 9 milioni di euro. Un sequestro importante mirato a colpire la cosiddetta 'ndrangheta Aemilia, che giunge infatti dopo gli accertamenti svolti sul conto di due personaggi coinvolti nella maxi inchiesta, i fratelli Antonio e Cesare Muto, il primo dei quali è stato condannato in primo grado per estorsione e truffa aggravate dal metodo mafioso.

Gli uomini dell'Arma e la DDA si sono concetrati sui patrimoni collegati alla famiglia Muto, riuscendo in sostanza ad individuare una serie di aziende "cartiere", ovvero imprese normali avviate con i capitali illeciti e intestate a prestanome. Nel complesso sono state sequestrate 5 aziende, del settore degli autotrasporti ed immobiliare, per un fatturato relativo all’anno 2017 di circa 3 milioni e mezzo di euro, ed un patrimonio netto complessivo di oltre un milione di euro, con varie sedi tra le province di Reggio Emilia, Mantova e Parma.

Tra questa anche la Cospar, società di trasporti di Parma intestata all'ingegnere di origine crotonesi Salvatore Nicola Pangalli, che sarebbe stata costituita appena due mesi dopo l’interdittiva antimafia che nel 2013 aveva colpito i fratelli Muto, che avevano messo a disposizione il capitale per questa nuova attività.

Sequestrati anche 12 immobili (tra cui 2 capannoni industriali sede delle aziende di autotrasporti, 3 abitazioni e 2 ettari e mezzo di terreno), 92 veicoli, tra cui 28 trattori stradali, 43 semirimorchi, 5 autobus, 4 furgoni, 2 autocarri, 10 autovetture tra cui una Maserati e due Volkswagen ed un motociclo, e 9 conti bancari con saldi positivi per circa 100.000 euro.

IL VIDEO | Il commento degli uomini dell'Arma

Nel complesso sono sei le persone indagate in questa nuova attività della Direzione Antimafia, che prosegue nella sua missione di colpire anche il patrimonio economico della mafia "Aemilia". Solitamente in passato si assisteva ad un semplice passaggio delle intestazioni di attività fra membri della famiglia, ma questa operazione ha svelato nuove strategie, capaci appunto di dare vita a società per certi versi insospettabili e integrate nel panorama economico locale.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Colpite le aziende dei prestanome della ‘ndrangheta Aemilia, sequestrati beni per 9 milioni

ModenaToday è in caricamento