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Cronaca

Si riprendono sui social con armi da fuoco, sequestri a casa dei ragazzi "Daisan"

Blitz della Polizia dopo la pubblicazioni di altri video in cui figurano delle armi e in cui i minori del gruppo si riprendono durante una scorribanda

Prosegue l’attività investigativa della Squadra Mobile sul conto delle baby gang modenesi, in particolare del gruppo che si definisce "Daisan", che è finito al centro dell'inchiesta che nei giorni scorsi ha portato alla denuncia di 21 minori per svariati reati.

Denunce che evidentemente non sono servite a placare gli animi. Gli investigatori della polizia hanno infatti acquisito nuovi video pubblicati in data odierna da Il Resto del Carlino, dove sono ripresi tra gli altri anche dei ragazzi casi con volto coperto altre volte ritratti alle spalle, che maneggiano una pistola.

L’attività di polizia giudiziaria ha permesso di risalire ai video  completi divulgati oggi e di identificarne gli autori, segnalandoli alle Procure competenti, Procura della Repubblica di Modena e Procura della Repubblica per i Minorenni di Bologna. 

Di prima mattina, gli investigatori della Questura hanno operato d’iniziativa quattro perquisizioni domiciliari, che hanno consentito di rinvenire presso l’abitazione di uno dei ragazzi minorenni,  l’arma ritratta nei video, risultata essere una scacciacani sprovvista di tappo rosso, e di recuperare effetti personali oltre che gli indumenti indossati da altri due ragazzi, di cui uno maggiorenne, sempre all’interno delle rispettive abitazioni. 

Le verifiche svolte sui profili social dei ragazzi hanno permesso immediatamente di risalire agli autori, nonostante i profili fossero “chiusi” e nominati con nick name, grazie anche alle approfondite attività d’indagine svolte con l’ausilio della Polizia Postale e delle comunicazioni di Modena, negli scorsi mesi. Identificato il giovane che viene ritratto mentre, alla guida di un’auto, maneggia la pistola giocattolo sprovvista di tappo rosso. 

Tre i ragazzi accompagnati questa mattina in Questura, rispettivamente di 14, 15 e 18 anni, poi affidati ai familiari al termine delle procedure. Due di loro erano già stati denunciati nell'ultima indagine.

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