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Cronaca

Carni suine irregolari, sequestrate 4 tonnellate di salumi nel modenese

Vasta operazione dei Carabinieri del Rac in alcune ditte del modenese e di altre province. Scoperte anche 15mila etichette fasulle

Nei giorni scorsi, i militari del Comando per la Tutela Agroalimentare hanno proseguito i controlli della filiera zootecnica e dei marchi di qualità. Sono stati ispezionati diversi salumifici e prosciuttifici con l’obiettivo di riscontrare la conformità dell’etichettatura della carne suina lavorata, che è disciplinata dal recente al Decreto Ministeriale del 6 agosto 2020.

I controlli hanno permesso di riscontrare numerose irregolarità in diverse province della regione.

A Modena in particolare sono state sequestrate 1.200 confezioni di “Cotechino cotto”, per complessivi 600 kg; 132 confezioni di pasta ripiena “Cappello del prete cotto”, per complessivi 79 kg; 2.784 confezioni di salumi vari (salami, pancette, fiocchi, culate prosciutto, ciccioli ), per complessivi  3.280 kg. Inoltre, sono state sequestrate 15.000 etichette evocanti il “Prosciutto di Modena DOP” e 93 kg di coppa di testa di Modena e Coppa di testa Bologna.

A Ferrara, sequestrati 333 kg di “Salsiccia Napoli piccante”, pronta alla commercializzazione, e kg 160 di etichette irregolari; a Piacenza, sequestrati 285 kg di carne suina lavorata (salame spianata, salame ungherese e salame Milano).

Il valore totale della merce sequestrata in questi due territori ammonta a circa 50mila euro.

Inboltre, presso un prosciuttificio di Parma, sono stati rinvenuti dei tranci di prosciutto crudo generico sottovuoto, privo del contrassegno distintivo a fuoco, ceduti come “Prosciutto di Parma DOP” e che la ditta acquirente impiegava nella produzione di pasta ripiena ribadendo, falsamente negli ingredienti, l’utilizzo del prodotto a marchio di tutela.  Sequestrati 23 tranci di prosciutto crudo, per complessivi 51 kg. Denunciate tre persone, per frode in commercio e contraffazione di denominazione di origine di prodotti agroalimentari (515 e 517 quater c.p.). A Pisa, invece, è stato scoperto un prodotto che veniva pubblicizzato come salame “cacciatore” evocando i “Salami italiani alla cacciatora DOP”. Il titolare è stato diffidato a effettuare le opportune modifiche sul sito internet della ditta.

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