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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Slot e videopoker, i modenesi infastiditi cambiano bar

Sette cittadini su dieci esprime senso di fastidio entrando in un locale che ospita slot machine e si dichiara disponibile a optare per un altro locale. E' la sintesi di una ricerca che sarà illustrata sabato prossimo in Municipio

Ai modenesi decisamente non piace entrare in un bar o in un locale dove siano presenti slot machine o altri apparecchi legati al gioco d’azzardo; la maggior parte di loro è anche disposta a cambiare bar optando per un esercizio che si attenga a comportamenti ritenuti più responsabili. D’altra parte a sette cittadini su dieci è capitato di vedere in un pubblico esercizio persone palesemente dipendenti dal gioco d'azzardo, a conferma di un fenomeno diffuso ma soprattutto socialmente conosciuto.

Sono alcuni dei dati sulla percezione che i modenesi hanno del gioco d’azzardo che l’Ufficio ricerche del Comune di Modena illustrerà in occasione dell’iniziativa “Il fenomeno del gioco d’azzardo nella nostra provincia: esperienze a confronto” in programma sabato 24 gennaio.

Dichiara di provare fastidio quando entra in un esercizio pubblico in cui vi siano slot machine oltre il 72% delle persone intervistate nell’ambito di un’indagine (“Stima di alcuni comportamenti d'acquisto dei cittadini modenesi”) promossa dall’Ufficio Politiche delle Sicurezze e dal Settore Politiche Economiche, che tra i temi affrontati analizza il grado di accordo dei modenesi con l’iniziativa Etico & Tipico. La ricerca, condotta nel 2014, ha interpellato 1614 persone maggiorenni tramite interviste telefoniche e on line, un campione ampio e rappresentativo della popolazione modenese.

Il senso di fastidio è più marcato nella fascia d’età 45-54 anni e meno in quella 18-24 anni, più fra i laureati e meno fra coloro che hanno la scolarità dell’obbligo, più nell’area del lavoro, meno in quella del non lavoro. Solo il 26,7% dichiara indifferenza, mentre il 67,6 % esprime l’intenzione di cambiare locale, optando per uno che osservi comportamenti più etici. Infatti, non avere apparecchi per il gioco d’azzardo è tra i comportamenti valutati in assoluto tra i più importanti per potersi definire esercizi pubblici che si attengano a comportamenti responsabili. Infine, l’affermazione secondo cui la presenza di apparecchiature legate al gioco d’azzardo dà l’idea di un luogo frequentato da gente poco raccomandabile raccoglie un grado di accordo marcato (voti tra 8 e 10) superiore al 50%, medio del 7,2%, mentre il disaccordo è solo del 23,8%.

Il gioco d’azzardo è ben noto anche alla popolazione giovanile che ha la chiara percezione di una maggiore diffusione del fenomeno, anche se soprattutto tra gli adulti, dicono i ragazzi. È quanto emerge da un’altra ricerca, “Legalità e sicurezza della città: l'opinione dei giovani”, realizzata nel 2013 intervistando 1480 studenti delle scuole medie superiori della città.

Il 77% di loro ritiene che la dipendenza da gioco d’azzardo sia aumentata e oltre il 40% dice di conoscere persone dipendenti dal gioco ma afferma che in prevalenza si tratta di adulti, nonostante il gioco d’azzardo si vada diffondendo anche tra i giovani. Circa il 20% degli intervistati dichiara di conoscere coetanei (amici, non amici, fuori e dentro scuola) affetti da ludopatia. La percentuale non coincide con quella dei reali dipendenti, tuttavia fornisce una misura di un fenomeno quantitativamente consistente anche nella fascia d’età giovane. Il gioco più praticato dai ragazzi è la schedina del totocalcio (34,4%), seguita dal Gratta e Vinci (26,1%), dalle scommesse sportive in generale (19,9%), dal poker (19,6%) e poi da slot machine, videopoker e  giochi on-line.

Il fenomeno della dipendenza è anche ben percepito dai giovani che lo descrivono come la “costante voglia e necessità di giocare o scommettere, utilizzo di grosse quantità di denaro” e ne sottolineano l’alta frequenza e ripetitività del comportamento.

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