rotate-mobile
Cronaca

Ricostruzione, sms solidali? La burocrazia ostacola il versamento

Oltre 15 i milioni di euro raccolti, ma ancora nessuno dei comuni terremotati ha ancora ricevuto un centesimo. I motivi? La burocrazia: per garantire trasparenza, spiega Gabrielli, i tempi si allungano enormemente

L’iter è stato più o meno questo: scossa forte, momenti di panico, per fortuna a noi non è successo nulla, almeno però mandiamo un sms. Lo hanno vissuto gli emiliani terremotati solo di striscio, lo hanno vissuto di riflesso tutti gli italiani colpiti o coinvolti dalla tragedia del sisma: e quell’almeno un sms non è in realtà cosa da poco. Le centinaia di migliaia di brevi messaggi inviati dagli italiani valevano 2 euro ciascuno, e a forza di pigiare invio, invio, invio, di soldi ne sono anche stati raccolti: oltre 15 milioni di euro.

Mica briciole, tutti sappiamo che ce ne sarebbe da fare con quei soldi… Eppure, lo svela oggi il Corriere della Sera, gli emiliani, i veneti, i lombardi, non hanno visto ancora un centesimo di tutti i contributi di solidarietà versati dai nostri connazionali.  E il motivo è uno dei grandi mali del nostro paese: la burocrazia. La stessa burocrazia che ha impedito ai mezzi di emergenza guidati da volontari di liberare il terreno dalle macerie nei giorni subito successivi all’emergenza, la stessa burocrazia che ha bloccato per giorni i contributi per l’autonoma sistemazione, la stessa che impedisce che quei milioni arrivino a chi saprebbe cosa farne. A dare parziale spiegazione dell’accaduto è Franco Gabrielli, che al Corriere dichiara che “Purtroppo l'iter non si può comprimere più di tanto, se si vuole assicurare trasparenza”.

Ma non è solo questo: i soldi infatti sono stati versati dai cittadini, ma per ora, spiega sempre il capo della Protezione Civile, si tratta non tanto di versamenti, quanto più di promesse di versamento. Per capirci facciamo un esempio assurdo: se io ho un telefono con contratto di abbonamento che appoggia sul conto corrente, invio decine di sms, poi semplicemente chiudo il conto, prima che il gestore abbia prelevato il dovuto, quei soldi semplicemente non esistono. Non finché l’operatore telefonico non intenta una causa per recuperare il dovuto o porta avanti azioni legali lunghe, lunghissime, quasi infinite… Si tratta, lo ribadiamo, di una chiara esagerazione, ma lo stesso discorso vale ad esempio per i conti in rosso, per le carte di credito che appoggiano su conti in rosso e via dicendo. E per farla breve, a tutt’oggi nelle casse di Bankitalia ci sono meno di 7 milioni, neanche la metà dei contributi raccolti grazie agli sms di solidarietà.

Quindi, riassumendo: i soldi ci sono solo a metà, e comunque non sono ancora stati sbloccati. È sempre Gabrielli a sostenere che più tempo ci si mette, più gli interventi da sovvenzionare con la generosità di tanti italiani saranno ponderati e realizzati per le reali esigenze del territorio… Eppure oggi il territorio agonizza, e una manciata, se così si può dire, di euro, sarebbe come l’ossigeno.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ricostruzione, sms solidali? La burocrazia ostacola il versamento

ModenaToday è in caricamento