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Cronaca

Illuminazione pubblica, conclusa la sperimentazione

Si torna all’ora astronomica per accensione e spegnimento, mentre resta la riduzione dei flussi luminosi. Lo ha detto Arletti rispondendo a interrogazione di Poppi (Msa)

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

Si è conclusa la sperimentazione relativa alla riduzione dei flussi e allo spegnimento dell’illuminazione pubblica finalizzata al risparmio energetico. Lo ha fatto sapere l’assessore all’Ambiente Simona Arletti nel Consiglio comunale di giovedì 31 ottobre. “Avendo valutato che il risparmio economico più consistente è provenuto dalla riduzione dei flussi luminosi del 22 per cento – ha spiegato l’assessore - la Giunta ha deciso di rinunciare alla seconda misura sperimentata, quella cioè dello spegnimento anticipato e dell’accensione ritardata dell’illuminazione che, soprattutto in certi periodi dell’anno vicini al cambio tra ora legale e ora solare, ha creato maggiori difficoltà ai cittadini. Per i prossimi due mesi abbiamo quindi deciso di mantenere la riduzione dei flussi luminosi e di rinunciare all’altro provvedimento, tornando quindi a far coincidere i tempi dell’illuminazione pubblica con l’ora astronomica. Per quanto riguarda il 2014, costruiremo le condizioni di bilancio per continuare su questa strada”.

L’assessore all’Ambiente ha comunicato gli esiti della sperimentazione rispondendo a un’interrogazione di Sandra Poppi (Modenasaluteambiente.it) che chiedeva “se non intenda nominare un perito indipendente di chiara fama e competenza, che valuti il valore della rete dell’illuminazione pubblica del Comune di Modena partendo dal valore di conferimento”. La consigliera ha ricordato in particolare che “nel 1997 la rete è stata ceduta a Meta per un importo di circa 20 miliardi di lire corrisponderebbero oggi a circa 10 milioni di euro”, mentre l’assessore in una precedente interrogazione ha parlato di un valore presunto della rete di oltre 30/40 milioni”.

Simona Arletti ha concordato “sulla necessità del lavoro da fare per giungere ad anticipare il riscatto, un lavoro in cui sono impegnati gli uffici competenti del Comune, essendo le parcelle dei periti privati rapportate in percentuale ai valori da stimare. Il Comune di Modena – ha precisato - a suo tempo inserì la proprietà della pubblica illuminazione nella perizia dei beni conferiti alla costituenda Meta  tenendo conto che non avrebbe più speso nulla per la realizzazione della pubblica illuminazione. Inoltre, il prezzo pagato per il servizio, prima a Meta e poi a Hera, non ha mai compreso il costo della proprietà sostenuto da queste società; cioè se il Comune non avesse mai conferito questi cespiti, il costo che avrebbe sostenuto dal 2007 al 2012 sarebbe stato uguale a quello pagato”.

L’assessore all’Ambiente ha anche spiegato che “a differenza di altri Comuni che hanno rete di proprietà, a Modena l’assetto impiantistico è efficiente. Ha sottolineato che “la legge obbliga la comparazione dei contratti in essere con le risultanze della gara Consip limitandosi alle attività dell’appaltatore relative alla gestione, nel presupposto che i beni appartengano al Comune” e che “il riscatto di un pubblico servizio è una pratica complessa, costosa e in caso di mancato accordo con la controparte anche molto lunga. I valori in gioco richiedono valutazioni qualificate, giurate e approfondite – ha aggiunto - da gestire in un percorso di confronto tra le parti e le valutazioni non possono che fare riferimento al valore industriale residuo. Il tutto – ha concluso - assumendo che un investimento di questa portata trovi spazio nei vincoli stringenti del patto di stabilità e abbia adeguata copertura di risorse finanziarie”.

La consigliera Poppi si è dichiarata insoddisfatta della risposta. “E’ assolutamente opportuno che venga nominato un perito indipendente, proprio per la cifra sconsiderata, doppia o tripla rispetto al valore con cui la rete è stata ceduta a Meta,  di cui l’assessore ha parlato nei mesi scorsi”, ha detto rimarcando la necessità di considerare con attenzione l’acquisizione della rete che a Modena, come capita per pochi altri Comuni, è totalmente di proprietà di Hera. E ha suggerito di “inserire nel contratto con il gestore una voce che preveda una quota per l’acquisizione delle reti nel costo generale dell’appalto” sottolineando, infine “l’importanza di controllare maggiormente le multiutility come chiedono anche le associazioni dei consumatori”.

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