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Cronaca

Pallavolista incinta? Ecco il prezzo da pagare. L'incredibile caso Lugli

L'ex giocatrice dell'Asd Volley Pordenone pubblica i documenti della citazione in giudizio sul suo profilo Facebook in occasione della festa della donna. Interviene la Boldrini: "presenterò un'interrogazione"

Nel giorno della Festa della Donna, tra foto di mimose, auguri colorati e frasi ad effetto; a qualcuno potrebbe essere capitato di vedere nella propria bacheca Facebook un post diverso dagli altri, uno sfogo carico di indignazione che in poco tempo è rimbalzato sui social, arrivando fino in Parlamento: quello della pallavolista Lara Lugli

Carpigiana, classe '80, la Lugli vanta una carriera ventennale in squadre di serie A2 e B1 e comunque non è ritenuta, legislativamente parlando, una professionista. Una situazione che accomuna ancora - nonostante un emendamento del 2019 all'obsoleta legge che regola tali prestazioni sportive - molte atlete italiane, e che permette il verificarsi (tutt'altro che raro) di questi episodi.

Lara Lugli entra a far parte dell'ASD Volley Pordenone nell'anno 2018-2019, all'età di 38 anni, con la qualifica di capitano. A settembre inizia il campionato, e la squadra (all'epoca in serie B1) sembra essere favorita per i play-off. Tutto fila liscio, fino a che a marzo 2019 Lara non comunica di essere rimasta incinta, e il suo contratto viene rescisso. Quasi un favore, a leggere quanto dichiarato dalla società, che decide di non attivare le altre clausole contrattuali penalizzanti per l'atleta.

Appena un mese dopo una tragedia colpisce l'atleta e la sua famiglia: un aborto spontaneo. Sul piano lavorativo, i rapporti con il Volley Pordenone non riprendono: "nessuno mi ha chiesto di tornare a giocare" dichiara la Lugli, "abbiamo rispettato la condizione psicologica dell'atleta dopo aver subito un aborto" dice la società.

Accade quindi che lo stipendio di febbraio di Lara non viene pagato, motivo per cui lei e il suo avvocato decidono di citare in giudizio il Volley Pordenone, il quale si oppone chiedendo la compensazione dei "due debiti", e quindi l'estinzione di entrambi. Ma il debito di Lara quale sarebbe? Quello di essere rimasta incinta, "ovviamente". Ed ecco fare capolino le clausole contrattuali penalizzanti. Dopo aver sottolineato svariate volte il fatto che il suo ingaggio sia sproporzionato "per la sua età", l'atto promosso dall'ASD Volley Pordenone narra infatti di come a causa del comportamento della Lugli la società abbia perso partite e sponsor, che addirittura non avrebbero più corrisposto quanto promesso. Secondo l'attore infatti, la volontà di intraprendere una gravidanza avrebbe dovuto essere esternata già al momento della stipula del contratto, e giudica l'essere rimasta incinta "un grave inadempimento pre-contrattuale e contrattuale". 

L'ASD Volley Pordenone si difende dicendo che non è mai stata avanzata una richiesta di danni, ed effettivamente, stando agli atti pubblicati su Facebook dalla pallavolista, tale richiesta non emerge. "Non crediamo che la gravidanza sia un danno", continuano dalla società: ma tra "danno" e "inadempimento contrattuale", mutatis mutandis, non pare esserci poi così tanta differenza. 

A mostrare interesse alla vicenda però non è solo il mondo dei social. A poche ore dalla diffusione della notizia infatti, la Deputata Laura Boldrini ha dichiarato che presenterà un'interrogazione, mentre la collega Rosalba Cimino ha sottolineato come la giurisprudenza di Cassazione affermi che nessuna lavoratrice è tenuta a comunicare l'intenzione di avere figli.

Ed è così, per l'appunto, che la Lugli conclude il suo post: "una donna se rimane incinta non può conferire un DANNO a nessuno e non deve risarcire nessuno per questo. L’unico danno lo abbiamo avuto io e il mio compagno per la nostra perdita e tutto il resto è noia e bassezza d’animo". 

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